mercoledì 26 gennaio 2022

RECENSIONE VENTO D’AMORE DI VITTORIO ROLLI

 




 TRAMA

I brevi istanti che formano il tempo scandiscono - come i rintocchi di un orologio, definito "dio sinistro" da Charles Baudelaire - i giorni di ognuno di noi sulla strada della vita ma il tempo, per sua natura, è fugace e conduce inesorabilmente dalla giovinezza al "tramonto". Proprio nell'ultimo tratto di quella leopardiana strada raccogliamo i sentimenti del poeta Vittorio Rolli trasposti in componimenti poetici - di lessico sincero, senza veli, dallo stile aperto. Il poeta dà voce alle proprie emozioni e racconta e si racconta attraverso una scrittura raffinata, limpida e coinvolgente. Fra i versi aleggia lo spirito di una poesia ambientata in un panorama malinconico in cui, con silenzioso rammarico, Rolli vive la fugacità del tempo consapevole della "scellerata nostalgia". La silloge "Vento D’amore" è la consapevolezza dell'"ultimo vento", del tempo che passa e del quale bisogna vivere il presente - come possiamo cogliere nella poesia "Il tuo domani è tutto qui" - e, nonostante "i rami stanchi degli alberi che sono i nostri corpi", nell'animo del poeta-uomo ci sono ancora momenti di vitalità che sfumano "il nero che al mio giorno s'accompagna" così come persiste l'amore per "il bello sopra ogni cosa" ma forte incidenza ha la lirica "Pria che del fu io sia". Leggere "Vento d'amore" è cogliere nel poeta l'essenza del suo passaggio su questa terra, dove proprio il sentimento d'amore, con tutte le varie sfumature, ha colorato la sua vita e, ancor vigoroso, muove il suo lento e solitario incedere verso l'età della maturità e verso "l'ignoto". Lo stato d'animo del poeta è pacato eppure quel filo conduttore intriso di melanconia fa spesso capolino fra le pagine di vita del poeta e "Tra quegli ulivi". Scrive il poeta che l'amore non è appartenenza ma dono e questa silloge poetica è un dono d'amore che però può appartenere a chi ha la sensibilità di leggere fra i versi di ogni poesia la bellezza e la sincerità d'animo di Vittorio Rolli.

 

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RECENSIONE

 

Ed ecco un poeta che divide l’animo dei suoi versi in un terreno che spazia dal pessimismo leopardiano al decadentismo di Baudelaire. Com’è bella la poesia che fa rinascere, è altrettanto affascinante e veritiera quella che scandisce il nostro tempo con fare nostalgico e amaro, mettendo a nudo noi stessi e la verità di oggi, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo. Una poetica che si rammarica tacita di quello che avviene senza esorcizzarlo o denunciarlo o ribellarsi, ma seguendolo da lontano o da vicino con lo sguardo con cui si segue il volo di una farfalla. Ma questo bravo poeta ci aiuta nel suo pessimismo o anche solo nel suo nostalgico e silenzioso vivere a soffermarci sul titolo “Vento d’amore”, lo stesso titolo che appunto dà vita alla silloge poetica e al libro. Perché è proprio l’amore che, nonostante lui lo viva con lentezza e solitudine, come lo considera in generale nella vita, alla fine nella sua vivida natura accompagna il poeta-uomo e gli fa vivere picchi di vitalità, colorando l’esistenza a suo modo facendolo giungere prima o poi verso la maturità e ciò che ci fa più paura, l’ignoto. La sua poetica potrebbe apparire per la natura dei filoni poetici che riprende un po’ grigia e nera per il pessimismo e decadentismo, ma in verità rappresenta più una sana malinconia, una consistente nostalgia e l’abitudine del quieto vivere nel silenzio dell’anima e nella penombra del cuore. Lo scrittore conclude infine l’essenza dell’amore, appunto, andando un po’ contro al lato buio dell’esistenza, perché per lui l’amore è dono di vita, e questo ricolora l’anima di luce. Ed ecco che la poesia è sempre riscatto e come un “Vento d’amore” ci scuote dal nostro torpore per risvegliarne i sensi. In un componimento ho ritrovato anche un po’ dell’ermetismo di Ungaretti nella sua poesia Soldati, infatti qui in Rolli troviamo “i rami stanchi degli alberi che sono i nostri corpi”. L’autore e poeta Rolli ha molto da dare al mondo dei libri e della poesia, speriamo che ci regali ancora tanti bei versi da leggere!

 

FRANCESCA GHIRIBELLI

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