martedì 24 maggio 2022

RECENSIONE L’ISOLA DEL MALE DI MARIALUISA MORO

 


 


 

Dettagli prodotto

·         ASIN ‏ : ‎ B09ZF21431

·         Lingua ‏ : ‎ Italiano

·         Dimensioni file ‏ : ‎ 2863 KB

·         Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato

·         Screen Reader ‏ : ‎ Supportato

·         Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato

·         Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato

·         Lunghezza stampa ‏ : ‎ 266 pagine

 

 

 

SINOSSI

Un periodo molto duro per l’ispettore Mina Halvorsen. Tutto il suo mondo sembra sgretolarsi da ogni punto di vista.
Un incarico la porta di nuovo lontano da Stig e si trova ad affrontare un caso complesso, che sembra collegato a un altro, avvenuto a Oslo cinque anni prima. In un’altalena di eventi che sembrano aprire uno spiraglio di luce e finiscono nel buio, sospetti che non trovano appigli concreti, menzogne e astrusi personaggi, Mina si trova tremendamente sola e delusa. Tutto sembra arenarsi.
Quando la soluzione si presenta a portata di mano… Cosa ha deciso il destino per lei?

 

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RECENSIONE

Ebbene, ho sempre amato i romanzi autoconclusivi della Moro e quando scrisse la serie di questi gialli norvegesi, il primo episodio non mi entusiasmò molto, ma dal secondo volume fino a quest’ultimo capitolo è riuscita a creare veramente un suo ulteriore talento nella saga del thriller e del noir suspense. Ma sarà davvero l’ultimo? Non credo, perché se la Moro ascolterà il suo pubblico, allora ci regalerà ancora molto altro, visto che la sua creatività sembra non avere fine. Ogni volta ritroviamo il personaggio di Mina, l’ispettore, che non stanca e non risulta scontato, perché l’autrice sa creare situazioni nuove avvolgenti e coinvolgenti veramente uniche. Ancora allontanata dal suo Stig per lavoro, qui Mina si ritrova in un caso che sembra legato a un altro precedentemente avvenuto anni prima. E il bello è che quando il lettore si aspetta di trovare la luce trova ancora buio e quando pensa che sia tutto perduto, allora uno spiraglio si apre ancora una volta. Vi sarà più di un sospettato che alla fine confonderà le idee del lettore e le sue convinzioni, ma ancora una volta il mistero del giallo si intreccia con il lato psicologico umano dei personaggi (quello che più mi piace della Moro), delle loro menzogne e della loro particolare e, a volte, quasi bizzarra personalità.

Qui Mina sembra per la prima volta restare bloccata davanti a un bivio. Non riesce a venire a capo del caso, ma alla fine spesso ciò che sembra impossibile da risolvere sembra poi avere la soluzione improvvisamente a portata di mano. E oltre al caso da chiudere, quale sarà il destino di Mina? Un romanzo valido, ancora una volta appassionante che mixa tanti generi che l’autrice riesce a dosare e a ingegnare insieme. Un giallo che sa anche un po’ di hard-boiled, perché ci insegna in parte, forse qualcosa di sbagliato, e cioè che la giustizia a volte bisogna farsela da soli e che in una società come quella odierna sia quasi normalità che il male sia la catena che porta altro male, giungendo a essere l’unico magari valido strumento per poter darci il diritto di ottenere ciò che è giusto. In fondo, la Moro non ci insegna qualcosa di veramente sbagliato, ma rispecchia in questo un po’ il mondo di ieri e in special modo quello di oggi.

FRANCESCA GHIRIBELLI

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