TRAMA
"La
ninfa oscura" non è soltanto un fantasy ma, per molti aspetti, un romanzo
di fantascienza distopica caratterizzato da una società fittizia, con scarsa e
spesso assente umanità, e da una forte tensione narrativa che spinge il
protagonista a lottare per un ideale. Protagonista dai capelli rossi che
ricorda il giovane Rosso Malpelo, dell'omonima novella di Giovanni Verga, mal
visto dal gruppo sociale d'appartenenza per il colore dei capelli che sembrava
contraddistinguere, secondo alcune credenze, una personalità malvagia. Ma Zarek
conserva in sé principi e valori in contrapposizione con la società in cui è
costretto a vivere e farsi largo con brutale violenza. È una società asservita
a chi vuol governare attraverso forme di potere conquistate con ferocia, con
barbarie, con azioni cruente; una società popolata da mostri, non solo fisici,
senza alcun valore morale. Quasi un parallelismo con o, più precisamente, una
cinica trasposizione di tipologie di società in cui la sete di potere implica
distruzione, sottomissione, di certo non libero consenso delle masse ma
obbedienza automatica a un potere assoluto, di dominio e di controllo sociale.
Potere tuttavia reso legittimo, in larga misura come già delineato dalle forme
di legittimazione elaborate dal sociologo Max Weber. Zarek, contrario a rendere
oggetto la donna, cede all'erotismo umano bypassando limiti e pregiudizi sulla
bellezza femminile ma l'amore non ha una direzione poetica. Non c'è da parte
del protagonista un rivolgersi all'amore bensì il soddisfacimento di pulsioni
sessuali e istinti naturali per cui l'atto non è amore puro ma accoppiamento
fine a se stesso. Non c'è movimento di energie interiori né celebrazione
dell'amore, quindi non effusioni sentimentali ed emozioni; l'amore idilliaco
non esiste. "La ninfa oscura" è un romanzo da leggere e capire oltre
le parole e il loro livello semantico, oltre gli scenari sanguinosi, oltre
l'erotismo (anche delle illustrazioni, di Chiara Romagnoli).
Tutti i libri sono disponibili in
formato cartaceo ed ebook su tutti gli store on line e tutte le librerie
fisiche con servizio on demand.
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RECENSIONE
Questo libro è un testo molto particolare, è molto lungo, anche se il genere lo richiede, si sa. Infatti abbiamo un romanzo fantasy con una bella copertina in stile che possiamo definire manga. Il tocco della cover e delle illustrazioni di Chiara Romagnoli fanno da cornice alla storia del giovane autore Andrea Caruso, che possiamo chiamare uno scrittore emergente dalla fervida immaginazione. Già, perché non avevo ancora avuto la possibilità di leggere un libro che riprendesse la storia di Rosso Malpelo di Verga (quindi un classico intramontabile) in una chiave del tutto nuova e originale. Una chiave di lettura che esonda nel genere fantasy, fantascientifico e distopico. Qui abbiamo Zarek come protagonista che sfrutta il funzionale tratto somatico di Rosso Malpelo, ovvero, il colore dei capelli rossi. Lo stesso elemento che lo contraddistingue (questo succede anche nel testo di Verga) e lo rende diverso agli occhi altrui, ovvero un essere portatore di qualcosa di malvagio, proprio per il colore della sua chioma.
E se in Verga avevamo le credenze di un piccolo paesino in una Sicilia d’altri tempi, dove Rosso Malpelo era un minatore, qui invece abbiamo uno Zarek immerso in una società fittizia dalle sfumature fantascientifiche e proiettate in un futuro che prende le forme di una comunità, dove la sete di sovranità significa distruzione, sottomissione e impotenza di fronte a un governo violento che permette solo cieca obbedienza. In fondo, l’autore ha studiato bene la possibile analogia fra due opere così diverse, ma con un denominatore comune come il tema sulla diversità di qualcuno agli occhi altrui (i capelli rossi di Malpelo e Zarek) e come quella di una società troppo chiusa e dedita a una sorta di dittatura se la si pensa con più umanità o in maniera anche solo in parte differente (le stesse regole dettate dalla mentalità limitata di un piccolo paese e quelle di una comunità distopica che seppur feroce è legittima riprendendo le teorie del sociologo Weber).
E ciò
che rende ancora più diversa quest’opera, soprattutto discostandosi da Malpelo
è l’erotismo, perché in una società violenta come quella in cui vive Zarek, seppur
lui rappresenti un personaggio valido per portare avanti i propri ideali e le
sue idee, alla fine c’è un unico elemento a cui soccombe nel vero senso della
parola ed è il sesso, che anche per lui significa solo appagamento fisico e
niente di più. Molti lettori potrebbero pensarla in modo romantico desiderando
un approccio diverso del romanzo all’amore, ma in fondo l’autore rende la sua
opera diversa proprio perché resta fedele alla società in cui ha ambientato
tutta la storia e che alla fine fa risultare meno scontato tutto,
diversificando il solito happy end da favola rosa. Un autore che valorizza il
protagonista, ma che non banalizza la storia restando fedele al genere
letterario scelto.
FRANCESCA
GHIRIBELLI
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