sabato 20 giugno 2020

Recensione Daiki di Maria Rosaria Belfi a cura di Marzia Carocci, Francesca Di Nardo (Illustratore)





Dettagli prodotto
  • Copertina flessibile: 74 pagine
  • Editore: A&A di Marzia Carocci (27 luglio 2018)
  • Collana: Lilith
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8894307468
  • ISBN-13: 978-8894307467

Link all’acquisto: https://www.ibs.it/daiki-libro-maria-rosaria-belfi/e/9788894307467 

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SINOSSI 

Con “Daiki” Maria Rosaria si rivolge principalmente ai ragazzi, ma non solo. Infatti, leggendo questo suo scritto s’imparano molte cose legate in particolar modo alla campagna, ma soprattutto si riflette. Si riflette su quanto ci sia bisogno di genuinità e “normalità” e amore, in questo nostro mondo così diviso…
“Daiki” è un termine che deriva dal giapponese: “dai” vuol dire “grande”, combinato con “ki” che significa “splendore” o “bagliore”, ma anche “albero”, oppure “prezioso” o “nobile”. Da qui il titolo che l’autrice spiega essere “Il grande bagliore”.
Il romanzo vede come protagonista Cosimo, un simpaticissimo bambino con tanti sogni, che ha frequentato la quinta elementare, felicissimo perché si appresta a trascorrere le vacanze estive dalla zia Mietta.

RECENSIONE

Maria Rosaria Belfi ci regala questo racconto fatto di sorprendente delicatezza delineato apposta per i bambini a partire dagli 8 anni di età per poi arrivare al cuore anche dei grandicelli e addirittura degli adulti. Lavoro accurato soprattutto quando si tratta di libri per l’infanzia, anche quello da parte dell’editore Marzia Carocci e dell’illustratrice Francesca Di Nardo. Immagini graziose che rendono la lettura ancora più curiosa e accattivante. Davvero simpatica e tenera la copertina che racchiude il senso della storia. 

La scrittrice è riuscita a partorire nel vero senso della parola una storia genuina che ti fa pensare a una sana colazione fatta di latte caldo e biscotti, ma anche ad una dolce camomilla sorseggiata la sera prima di andare a dormire. Sempre più raro e difficile scrivere libri per i più piccoli, ma la scrittrice da vera insegnante c’è riuscita coinvolgendo il cuore di chi legge. Perché? Perché in un mondo distaccato dai sentimenti e frenetico come quello di oggi, riscoprire attraverso un libro i più sani ideali e i più saggi principi esistenti è da definire una vittoria a tutti i costi. Per chi scrive e per chi legge il libro. La mente abbandona l’ansia e la superficialità dei nostri giorni per varcare la porta di un mondo incantato, quello dei valori dell’amicizia, l’affetto e l’amore tra le persone, la passione per la natura e gli animali. Un mondo che sembra non esistere più, a volte, ma che per le anime più sensibili può essere ancora sfiorato e toccato tangibilmente. 

L’autrice ama pervadere il suo stile di scrittura di un’impronta che definirei puro panismo. Quella simbiosi introspettiva, corale e onirica che l’amore per i paesaggi e gli animali la spinge a raccontare inventando storie, che non sono altro che il bello della vita. E se ci accorgessimo che quel bello l’abbiamo lì a portata di mano, potremmo sicuramente trovare almeno un briciolo di quella felicità, che sembra tanto impossibile raggiungere.
E l’autrice sceglie per un racconto breve dell’infanzia un titolo come Daiki: risulta enigmatico al primo suono, ma alla fine scopriamo che deriva dal giapponese e letteralmente in italiano significa “il grande bagliore”. Molto singolare, ma autentico e sicuramente ineguagliabile. 

Il racconto vede come protagonista Cosimo: ha finito l’ultimo anno delle elementari e trascorre le vacanze estive dalla zia Mietta. Un bambino delizioso, simpatico, dal cuore grande, dall’anima pura e dallo sguardo sognante. E la Belfi narra minuziosamente ogni emozione della partenza e dell’arrivo del piccolo Cosimo in campagna. Le sue sensazioni a contatto con la natura circostante, con il profumo dell’estate, con la bella casa della zia, il rapporto fra zia e nipote, la sorpresa nello scoprire nelle vicinanze un’azienda che produce ottimo miele; ma anche l’amicizia che nasce con Ashraf. E l’autrice ecco che inserisce l’amico siriano di Aleppo, fuggito dalla sua terra d’origine insieme alla madre, dopo aver perso per sempre il padre tra le fauci della guerra. 

E così il racconto per bambini diventa anche racconto per i grandi… perché la Belfi nonostante scelga come protagonista Cosimo, sceglie di farlo pensare e parlare con il senno di poi che lo incornicia come un bambino già maturo, da cui gli adulti dovrebbero prendere esempio. Il suo senso di protezione e di altruismo verso un coetaneo meno fortunato di lui lo rende unico per la sua età. Perché è un’età che oltre a racchiudere la sognante spensieratezza, riesce a estrapolare anche un forte senso di responsabilità. Ma le avventure estive cercheranno di cancellare il dolore di Ashraf: insieme a Cosimo si prenderanno cura di un cerbiatto con la zampa rotta (ecco il senso della copertina del libro). 

Definirei questo racconto un’opera preziosa come un diamante grezzo che emana appunto “il grande bagliore” della vita. E facciamoci un esame di coscienza, prendiamo appunto esempio dalla luce che emanano questi due bambini e proviamo ad essere loro per un attimo. Perché Cosimo e Ashraf possono essere benissimo uno di noi, e se fossero gli adulti del domani, di un futuro che invece di rovinare ed estirpare la bellezza che ci circonda, si soffermasse ad osservare il lento e grazioso incedere di una coccinella? Se così fosse, si potrebbero costruire le basi per un mondo decisamente migliore. 

Se troviamo quella sensibilità che tutti abbiamo davvero dentro di noi, potremmo veramente raggiungere la felicità della vita tingendo gli altri, noi stessi e l’universo di un nuovo colore chiamato “il grande bagliore”. 

Un libro che sa di amicizia, amore, freschezza, simpatia, sensibilità, spontaneità, dipinto con panismo fra uomo e natura. Un fiore che apre la sua corolla alla multiculturalità e alla solidarietà.  

Francesca Ghiribelli

L’AUTRICE

Credo nel mio lavoro di insegnante. Lo reputo una professione al servizio dei bambini.
Di tutti i bambini ma in particolar modo di chi fatica, come dico io ,a trovare la sua collocazione.
Obiettivo primario è accompagnare i piccoli nella loro formazione nel rispetto delle loro potenzialità.
Una scuola al servizio.

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