sabato 23 maggio 2020

Recensione Svolvær: I fiordi del perdono di Michele Bussoni





 







Dettagli prodotto
  • Formato: Formato Kindle (ebook e cartaceo)
  • Dimensioni file: 2858 KB
  • Lunghezza stampa: 204
  • Editore: Pedrazzi Editore (19 febbraio 2019)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B07NZW7T2Y
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SINOSSI 

La delicatezza delle descrizioni, insieme alla sua accuratezza, portano il lettore ad immergersi in un rilassante bagno caldo, quasi un idromassaggio per l’anima.
Durante questa immersione, pian piano, ci si trova coinvolti con le emozioni del protagonista che si confronta con l’ambiente, con i sentimenti e con il battito d’ala spezzata di un gabbiano.
Le atmosfere norvegesi sono descritte nei minimi particolari, così come sono descritti nei minimi particolari i paesaggi, i profumi e i colori delle ambientazioni.
Il racconto si snoda sopra un ritmo tranquillo e pacato, senza mai dimenticare le pulsioni della tragedia e del dolore. Un dolore che viene lenito dal dialogare del protagonista con sé stesso.
Come sottofondo si avverte la spasmodica ricerca del contatto con il figlio, allontanatosi dal padre dopo un disastroso naufragio.
La vita per Bjarne si è cristallizzata e sembra che nulla possa cambiare questo stato di fatto, finché due ragazzini irrompono nella sua quotidianità.
Questo è un libro da sorseggiare con calma, con una tazza di tè fumante sul tavolo. La lettura di quest’opera vi porterà in un mondo meraviglioso: la Norvegia, e non stupitevi se vi salirà la voglia di andare a visitare di persona i luoghi di questa narrazione.


RECENSIONE
Una copertina evocativa, un volto rugoso che parla da solo, che svela le strade impervie dell’esistenza, per occhi due laghi azzurri consumati dal tempo, ma ancora vivi come il cuore e l’anima che narrano di sé. Tutto sull’enigmatico sfondo della bandiera sventolante della Norvegia. Occhi che incontrano l’intercalare del drappo al vento, occhi che rivelano dolore e sofferenza, rivelano la lotta contro il proprio io, toccando le corde di una storia particolare, dove una grande profondità fa da cornice al libro rappresentando il voler combattere contro il proprio essere sé stesso e sottolineando la verità di una vita, in cui l’amore per un figlio fa da inchiostro e toccante battito allo scorrere inesorabile dei giorni.
E l’autore sceglie come location-ambientazione la Norvegia. Sì, una scelta davvero perfetta per una storia introspettiva, psicologica, contemporanea, romanzata, ma anche veramente cruda nel suo aspetto esistenziale. Ho sempre visto la Norvegia, come un luogo freddo, inospitale, poco affascinante, abbellito soltanto dai graziosi fiordi, ma questo romanzo mi ha fatto ricredere, perché per questo tipo di racconto vitale non poteva che combaciare perfettamente con una nazione selvaggia e amara nella sua bellezza come la Norvegia… scomposta tra il gelido freddo dell’anima e la bellezza vitale delle sue bianche insenature.
Durante la lettura mi sono immaginata immersa in una sauna tipica del posto con una tazza di tisana fumante, mentre a occhi semichiusi sognavo sulle redini di questa storia davvero singolare ed esemplare nel genere della narrativa contemporanea. L’autore ha saputo immergere stile classico e moderno colorando le pagine bianche di un libro con emozioni, riflessioni, rapporto padre-figlio, innevando e sciogliendo al sole stati d’animo acerbi e maturi al contempo. Lacrime, gioia, rimpianti, verità non dette e poi improvvise rivelazioni a cuore aperto hanno saputo riscrivere un’anima romanzata senza eguali. L’autore deve continuare assolutamente il suo percorso scritturale. Bussoni sonorizza il suo libro di panismo, perché il personaggio di Bjarne il protagonista si immedesima con il paesaggio norvegese fino a toccarne le radici della terra. Ambientazione e personaggio diventano un tutt’uno come ne La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio, ma stavolta il panismo della poesia diventa simbiosi narrativa. Pacatezza e disperazione vanno di pari passo in un’opera che invece di vederli in contrasto li vede prendersi a braccetto. Calma e sofferenza dialogano con Bjarne il protagonista e il figlio di Bjarne (che si è allontanato inaspettatamente dal genitore dopo un grave naufragio). Durante il romanzo il padre continua a cercare il figlio con agognante disperazione, ma nonostante i dolori che la vita ci riserva, dopo una tempesta che sembra eterna, arriva sempre un piccolo grande arcobaleno. E nel caso di questo romanzo la luce sembrano portarla nella vita del protagonista ben due ragazzini. Perché l’esistenza ci riserva sempre qualcosa di buono o di migliore quando tutto sembra nero e incapace di prendere una strada diversa da un tunnel senza fine.
Consiglio la lettura e lo scrittore, sono una lettrice a cui piacciono poetica, narrativa, psicologia introspettiva messe insieme a storie vere raccontate con il cuore pulsante e l’anima cruda di una vita che non ci regala niente, ma che ci sbatte contro troppo spesso la sua amara verità. E a volte, come in questo caso, i libri sono esempi di riscatto esistenziale. Paragono il romanzo ad un’improvvisa nevicata estiva, dove il lettore si perde tra coordinate conosciute e le sfaccettature di un mondo sconosciuto smosso da un naufragio interiore.

Dedico sempre una poesia ad una lettura, specialmente quando mi appassiona positivamente. La poesia descrive con rime e non, lo stato d’animo di incompreso di Bjarne verso la vita a causa della scomparsa del figlio, vibrando nel dolore del genitore alla ricerca disperata e assidua del suo caro e amato ragazzo. 

 Incompreso       
Sembravi petalo di vita
fra i fiori appassiti dell'anima,
nettare screziato di assenzio
nel mare del mio tormento,
vivida fiamma di speranza
nella notte perenne
che nel mio cuore comanda.

Saliente e complice danza antica
in breve e silente passo,
ti sei intrecciata alla mia vita.
Mite e delicata,
sei stata pioggia estiva
nel rifugio del mio essere,
ancora guardingo di nuvole
in cieli tersi;
inchiostro incolore
di dubbiosi capoversi
in incessanti palpiti
di marea dispersi.

Sfibrante sfarfallio
di incomprensibili gemiti,
avulsa e ignobile promessa
di futuro sfumato in veemenza.
Sei stato temporale di certezza
dentro brividi di illusione,
poi all'improvviso sei scomparso
come un fulmine dietro un aquilone.


Eri soltanto barlume
di un sognatore
legato alle catene del tempo.
Un tempo non scritto
per le nostre anime,
così apparentemente simili,
ma così crudelmente diverse.

Te ne sei andato,
fiammifero acceso
nell'acqua pianta
da un giorno incompreso.


Francesca Ghiribelli

L’AUTORE 

Michele Bussoni nasce a Parma il 26 maggio 1973. Fin da ragazzo si dedica allo scrivere in tutte le sue forme: poesia, haiku, romanzi, racconti. Premiato in diversi concorsi letterari, ha pubblicato nel 2011 il libro “Rerum Natura” in collaborazione con la scrittrice siciliana Chiara Taormina. Dal 2008 co-fondatore e membro permanente della giuria del premio letterario “Cittadella Poesia” di Parma. Appassionato di viaggi nell’estremo nord e profondo conoscitore della Scandinavia, in particolare della Norvegia.







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