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SINOSSI
La delicatezza delle descrizioni, insieme alla sua
accuratezza, portano il lettore ad immergersi in un rilassante bagno caldo,
quasi un idromassaggio per l’anima.
Durante questa immersione, pian piano, ci si trova coinvolti con le emozioni del protagonista che si confronta con l’ambiente, con i sentimenti e con il battito d’ala spezzata di un gabbiano.
Le atmosfere norvegesi sono descritte nei minimi particolari, così come sono descritti nei minimi particolari i paesaggi, i profumi e i colori delle ambientazioni.
Il racconto si snoda sopra un ritmo tranquillo e pacato, senza mai dimenticare le pulsioni della tragedia e del dolore. Un dolore che viene lenito dal dialogare del protagonista con sé stesso.
Come sottofondo si avverte la spasmodica ricerca del contatto con il figlio, allontanatosi dal padre dopo un disastroso naufragio.
La vita per Bjarne si è cristallizzata e sembra che nulla possa cambiare questo stato di fatto, finché due ragazzini irrompono nella sua quotidianità.
Questo è un libro da sorseggiare con calma, con una tazza di tè fumante sul tavolo. La lettura di quest’opera vi porterà in un mondo meraviglioso: la Norvegia, e non stupitevi se vi salirà la voglia di andare a visitare di persona i luoghi di questa narrazione.
Durante questa immersione, pian piano, ci si trova coinvolti con le emozioni del protagonista che si confronta con l’ambiente, con i sentimenti e con il battito d’ala spezzata di un gabbiano.
Le atmosfere norvegesi sono descritte nei minimi particolari, così come sono descritti nei minimi particolari i paesaggi, i profumi e i colori delle ambientazioni.
Il racconto si snoda sopra un ritmo tranquillo e pacato, senza mai dimenticare le pulsioni della tragedia e del dolore. Un dolore che viene lenito dal dialogare del protagonista con sé stesso.
Come sottofondo si avverte la spasmodica ricerca del contatto con il figlio, allontanatosi dal padre dopo un disastroso naufragio.
La vita per Bjarne si è cristallizzata e sembra che nulla possa cambiare questo stato di fatto, finché due ragazzini irrompono nella sua quotidianità.
Questo è un libro da sorseggiare con calma, con una tazza di tè fumante sul tavolo. La lettura di quest’opera vi porterà in un mondo meraviglioso: la Norvegia, e non stupitevi se vi salirà la voglia di andare a visitare di persona i luoghi di questa narrazione.
RECENSIONE
Una copertina evocativa, un volto rugoso che parla da
solo, che svela le strade impervie dell’esistenza, per occhi due laghi azzurri
consumati dal tempo, ma ancora vivi come il cuore e l’anima che narrano di sé.
Tutto sull’enigmatico sfondo della bandiera sventolante della Norvegia. Occhi
che incontrano l’intercalare del drappo al vento, occhi che rivelano dolore e
sofferenza, rivelano la lotta contro il proprio io, toccando le corde di una
storia particolare, dove una grande profondità fa da cornice al libro
rappresentando il voler combattere contro il proprio essere sé stesso e
sottolineando la verità di una vita, in cui l’amore per un figlio fa da
inchiostro e toccante battito allo scorrere inesorabile dei giorni.
E l’autore sceglie come location-ambientazione la
Norvegia. Sì, una scelta davvero perfetta per una storia introspettiva,
psicologica, contemporanea, romanzata, ma anche veramente cruda nel suo aspetto
esistenziale. Ho sempre visto la Norvegia, come un luogo freddo, inospitale,
poco affascinante, abbellito soltanto dai graziosi fiordi, ma questo romanzo mi
ha fatto ricredere, perché per questo tipo di racconto vitale non poteva che
combaciare perfettamente con una nazione selvaggia e amara nella sua bellezza
come la Norvegia… scomposta tra il gelido freddo dell’anima e la bellezza vitale
delle sue bianche insenature.
Durante la lettura mi sono immaginata immersa in una
sauna tipica del posto con una tazza di tisana fumante, mentre a occhi
semichiusi sognavo sulle redini di questa storia davvero singolare ed esemplare
nel genere della narrativa contemporanea. L’autore ha saputo immergere stile
classico e moderno colorando le pagine bianche di un libro con emozioni,
riflessioni, rapporto padre-figlio, innevando e sciogliendo al sole stati
d’animo acerbi e maturi al contempo. Lacrime, gioia, rimpianti, verità non
dette e poi improvvise rivelazioni a cuore aperto hanno saputo riscrivere
un’anima romanzata senza eguali. L’autore deve continuare assolutamente il suo
percorso scritturale. Bussoni sonorizza il suo libro di panismo, perché il personaggio
di Bjarne il protagonista si immedesima con il paesaggio norvegese fino a
toccarne le radici della terra. Ambientazione e personaggio diventano un tutt’uno
come ne La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio, ma stavolta il panismo
della poesia diventa simbiosi narrativa. Pacatezza e disperazione vanno di pari
passo in un’opera che invece di vederli in contrasto li vede prendersi a
braccetto. Calma e sofferenza dialogano con Bjarne il protagonista e il figlio
di Bjarne (che si è allontanato inaspettatamente dal genitore dopo un grave
naufragio). Durante il romanzo il padre continua a cercare il figlio con
agognante disperazione, ma nonostante i dolori che la vita ci riserva, dopo una
tempesta che sembra eterna, arriva sempre un piccolo grande arcobaleno. E nel
caso di questo romanzo la luce sembrano portarla nella vita del protagonista
ben due ragazzini. Perché l’esistenza ci riserva sempre qualcosa di buono o di
migliore quando tutto sembra nero e incapace di prendere una strada diversa da
un tunnel senza fine.
Consiglio la lettura e lo scrittore, sono una lettrice
a cui piacciono poetica, narrativa, psicologia introspettiva messe insieme a
storie vere raccontate con il cuore pulsante e l’anima cruda di una vita che
non ci regala niente, ma che ci sbatte contro troppo spesso la sua amara
verità. E a volte, come in questo caso, i libri sono esempi di riscatto
esistenziale. Paragono il romanzo ad un’improvvisa nevicata estiva, dove il
lettore si perde tra coordinate conosciute e le sfaccettature di un mondo
sconosciuto smosso da un naufragio interiore.
Dedico sempre una poesia ad una lettura, specialmente
quando mi appassiona positivamente. La poesia descrive con rime e non, lo stato
d’animo di incompreso di Bjarne verso la vita a causa della scomparsa del
figlio, vibrando nel dolore del genitore alla ricerca disperata e assidua del
suo caro e amato ragazzo.
Incompreso
Sembravi
petalo di vita
fra
i fiori appassiti dell'anima,
nettare
screziato di assenzio
nel
mare del mio tormento,
vivida
fiamma di speranza
nella
notte perenne
che
nel mio cuore comanda.
Saliente
e complice danza antica
in
breve e silente passo,
ti
sei intrecciata alla mia vita.
Mite
e delicata,
sei
stata pioggia estiva
nel
rifugio del mio essere,
ancora
guardingo di nuvole
in
cieli tersi;
inchiostro
incolore
di
dubbiosi capoversi
in
incessanti palpiti
di
marea dispersi.
Sfibrante
sfarfallio
di
incomprensibili gemiti,
avulsa
e ignobile promessa
di
futuro sfumato in veemenza.
Sei
stato temporale di certezza
dentro
brividi di illusione,
poi
all'improvviso sei scomparso
come
un fulmine dietro un aquilone.
Eri
soltanto barlume
di
un sognatore
legato
alle catene del tempo.
Un
tempo non scritto
per
le nostre anime,
così
apparentemente simili,
ma
così crudelmente diverse.
Te
ne sei andato,
fiammifero
acceso
nell'acqua
pianta
da
un giorno incompreso.
Francesca
Ghiribelli
L’AUTORE
Michele Bussoni nasce a Parma il 26 maggio 1973. Fin da
ragazzo si dedica allo scrivere in tutte le sue forme: poesia, haiku, romanzi,
racconti. Premiato in diversi concorsi letterari, ha pubblicato nel 2011 il
libro “Rerum Natura” in collaborazione con la scrittrice siciliana Chiara
Taormina. Dal 2008 co-fondatore e membro permanente della giuria del premio
letterario “Cittadella Poesia” di Parma. Appassionato di viaggi nell’estremo
nord e profondo conoscitore della Scandinavia, in particolare della Norvegia.
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