domenica 31 maggio 2020

Recensione Le lame nella testa di Laura Gallina












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Recensioni sull’autrice



SINOSSI LIBRO
Le lame nella testa raccolgono stati d’animo, istantanee catturate come farfalle col retino, andando per i boschi dell’animo, poi messe ad essiccare tra le pagine. La musica in sottofondo accompagna le parole, che si trovano da sole, mentre io da semplice tramite tra cielo e terra, uso la penna meccanicamente, per non perdere il flusso dei pensieri. Si passa da estremi di gioia a cupa disperazione, in cui unica via di fuga è l’agognato ritorno a Casa, tra gli Angeli alieni che mi hanno spedita in missione su questa terra, col non facile compito di difendere la verità.

RECENSIONE 

Recensisco da poetessa, anche io da sempre scrivo poesia, è stato e resterà in eterno il mio primo amore scritturale, ma difficilmente mi incuriosisco sui versi altrui: perché la poesia è il genere più bello per quanto ostico nella sua creazione e non sempre condivisibile e apprezzabile da tutti. Stavolta mi sono lasciata invece catturare da una copertina estrosa, dove grigio e colore viaggiano su linee parallele per poi sfiorarsi l’un l’altro trovando alla fine la voglia di toccarsi e condividere gioia e dolore, perché anche il grigio è un colore e gli altri colori non esisterebbero senza il grigio, come viceversa. Una farfalla che fa da fermo-immagine a qualcosa di creativo come la folle e disperata poetica di un’autrice che inebria di lame la sua testa invocando innumerevoli stati d’animo che vanno dalla felicità, alla contentezza, alla gioia, alla sorpresa, fino alla delusione, alla disperazione, alla sofferenza. Ma dove due emisferi così diversi e opposti poi si incontrano su un filo simbiotico per trovare un solo denominatore comune: quello dell’amore per la verità. Una poetessa che come nella Divina Commedia si ritrova per una via smarrita (che lei definisce i boschi dell’animo) alla ricerca di sé stessa. E per ritrovare sé stessa (succede in fondo ad ognuno di noi) si perde nel suo inconscio interiore e solo perdendosi nella vita, alla fine riesce a trovare la sua identità. 
  
Si lascia incantare da una musica di sottofondo per trovare lo spartito delle parole e cucirle insieme in versi componendo così poesie che per certe sfaccettature possono apparire un po’ ermetiche, ma che nel loro ermetismo riescono a scavare nella profondità dell’animo, molto meglio a volte di rime baciate o versi prosastici, che si dilungano senza dire alcunché o senza arrivare al cuore del lettore. Bella l’immagine di stati d’animo catturati come foto e paragonate a farfalle di ogni colore, imprigionate alla fine da un retino e tramutati in pensieri poetici sulla carta. Parole che l’autrice definisce come un fiume in piena che giunge da solo e che si imprime attraverso la sua mano sul foglio. La poetessa definisce questo libro di versi quasi come una missione vitale, qualcuno l’ha inviata sulla Terra per vivere tra lacrime e sorrisi, ma alla fine il suo cuore e la sua anima hanno un solo obiettivo: quello di ritornare a casa. Ma dentro al ritorno a casa, un rifugio sicuro per il poeta in questo caso, c’è anche il bisogno e il compito di difendere con profondo amore la verità. 

Un libro breve, ma intenso, dove si riscopre l’essenzialità della poesia dentro alla sua mistica profondità. Versi che restano impressi dopo la lettura, ed è difficile al giorno d’oggi che un libro di poesie di un autore contemporaneo resti nel cuore. Una poetica, quella dell’autrice, che rimane in vita e in continua evoluzione scritturale, quasi regalando un seguito a ciascun componimento.
E come per ogni lettura che rimane impressa nell’anima regalo una poesia in tema. 

Nastro bianco fra i capelli

Vivo
piango
scappo
e rido.
Danzo
su ali di seta bagnata
e scivolo sul fascino del panorama:
dove occhi
sono voli di eternità,
bocciolo di carne
le labbra al vento.
E se vivo di sogni
lego un nastro bianco fra i capelli
pregando che domani
uno sprazzo d’ombra
voglia farsi trovare dal sole.

Francesca Ghiribelli

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