TRAMA
“Il
giardino dei melograni” non è soltanto un romanzo romantico ma anche una
narrazione fantasiosa e chimerica, in cui lo scrittore Renato Castagnetta ha
sapientemente riunito più generi letterari, dal romance allo storico al giallo,
sul filo della suspense. Con uno sguardo più attento, possiamo interpretare il
racconto come un viaggio inconscio dell'autore, o del protagonista Antonio,
verso la parte più profonda di sé. Quindi, una lettura in chiave simbolica ci
consentirebbe di capire la donna, Anna, come figura marginale ma, allo stesso
tempo, espressione di sentimenti razionali che accompagnano Antonio a superare
barriere che possono emergere nel profondo. Come in un viaggio in barca a vela
il vento interferisce con la rotta e spesso induce a rinunciare all’approdo a
un prefissato porto, così un evento inaspettato - un vento contrario:
l’incidente automobilistico di Anna - si frappone fra il protagonista e i suoi
obiettivi di vita interferendo a tal punto da imporre proprio il viaggio nella
profondità della vita alla ricerca di qualcosa di prezioso, di fortificato e
intrigante allo stesso tempo. In fondo una ricerca di compiutezza attraverso un
percorso interiore, che “sfocia” nell’incontro con la propria anima, ma anche
un processo evolutivo per comprendere il significato profondo della relazione
con la moglie. È nel sotterraneo del protagonista che la sua parte razionale
incontra il femminile e la necessità di non frapporre la ragione al sentimento,
ciò è un fatto che ha a che fare con l’amore, con l’eros. “Il giardino dei
melograni” ha il fascino del sentimento antico, ben radicato, limpido ed
eterno, che unisce nell’anima, più che nel corpo, un uomo e una donna.
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RECENSIONE
Pensare che a volte le penne
sentimentali più belle sono proprio quelle maschili. Il titolo è molto
originale e il libro mi ha stupito, perché non è la solita trama romanzata solo
dedita all’amore, bensì un mix di generi. Io apprezzo molto gli autori emergenti
che si cimentano in più generi letterari o addirittura li inseriscono tutti in
una sola opera. So che è rischioso, soprattutto per chi è alle prime armi, ma
quando chi scrive ha talento, allora viene fuori un risultato davvero lodevole.
Castagnetta ha saputo inserire l’amore insieme al bello dell’immaginazione e
soprattutto al giallo creando un romantic-suspense come oggi viene definito
tale genere. In ogni libro c’è un po’ dell’autore e anche qui credo che
l’essenza interiore e l’esperienza di vita dello scrittore si intrecci (anche
solo in parte) nel cuore e nell’anima del personaggio che racconta, ovvero,
Antonio, il protagonista.
Un romanzo anche spirituale
e psicologico, alquanto introspettivo sulla figura della donna: Anna, sua
moglie. In fondo, la donna rappresenta un universo immenso e ancora in parte
sconosciuto per gli uomini. E Antonio inoltre dovrà vedersela anche con
l’infausto destino, quello dell’incidente automobilistico della consorte che
cambierà i suoi piani e i punti di vista della sua vita. Ma il dolore fortifica
molto spesso e dall’altra l’esistenza ci fa scoprire con la sua imprevedibilità
cosa non avevamo ancora capito di chi ci sta accanto. Forse non ci soffermiamo
abbastanza ad osservare neanche chi amiamo che siamo sicuri invece di conoscere
completamente. La frenesia della quotidianità non ce lo permette, ma questo
romanzo ci aiuta a riflettere, a rinnamorarci della vita, di noi stessi, di chi
ci affianca. Ho apprezzato questo libro perché ormai il profumo dell’amore
antico non si respira quasi più e qui abbiamo finalmente il ritorno di tale
autentico sentimento che esiste tra due anime e due cuori e non solo tra la
fisicità di due corpi. A volte, è molto più erotica l’anima… nell’infinita
bellezza e meraviglia del suo essere.
FRANCESCA GHIRIBELLI
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