venerdì 7 gennaio 2022

RECENSIONE IL GIARDINO DEI MELOGRANI DI RENATO CASTAGNETTA

 


 



 

 


 

 

TRAMA

“Il giardino dei melograni” non è soltanto un romanzo romantico ma anche una narrazione fantasiosa e chimerica, in cui lo scrittore Renato Castagnetta ha sapientemente riunito più generi letterari, dal romance allo storico al giallo, sul filo della suspense. Con uno sguardo più attento, possiamo interpretare il racconto come un viaggio inconscio dell'autore, o del protagonista Antonio, verso la parte più profonda di sé. Quindi, una lettura in chiave simbolica ci consentirebbe di capire la donna, Anna, come figura marginale ma, allo stesso tempo, espressione di sentimenti razionali che accompagnano Antonio a superare barriere che possono emergere nel profondo. Come in un viaggio in barca a vela il vento interferisce con la rotta e spesso induce a rinunciare all’approdo a un prefissato porto, così un evento inaspettato - un vento contrario: l’incidente automobilistico di Anna - si frappone fra il protagonista e i suoi obiettivi di vita interferendo a tal punto da imporre proprio il viaggio nella profondità della vita alla ricerca di qualcosa di prezioso, di fortificato e intrigante allo stesso tempo. In fondo una ricerca di compiutezza attraverso un percorso interiore, che “sfocia” nell’incontro con la propria anima, ma anche un processo evolutivo per comprendere il significato profondo della relazione con la moglie. È nel sotterraneo del protagonista che la sua parte razionale incontra il femminile e la necessità di non frapporre la ragione al sentimento, ciò è un fatto che ha a che fare con l’amore, con l’eros. “Il giardino dei melograni” ha il fascino del sentimento antico, ben radicato, limpido ed eterno, che unisce nell’anima, più che nel corpo, un uomo e una donna.

 

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RECENSIONE

 

Pensare che a volte le penne sentimentali più belle sono proprio quelle maschili. Il titolo è molto originale e il libro mi ha stupito, perché non è la solita trama romanzata solo dedita all’amore, bensì un mix di generi. Io apprezzo molto gli autori emergenti che si cimentano in più generi letterari o addirittura li inseriscono tutti in una sola opera. So che è rischioso, soprattutto per chi è alle prime armi, ma quando chi scrive ha talento, allora viene fuori un risultato davvero lodevole. Castagnetta ha saputo inserire l’amore insieme al bello dell’immaginazione e soprattutto al giallo creando un romantic-suspense come oggi viene definito tale genere. In ogni libro c’è un po’ dell’autore e anche qui credo che l’essenza interiore e l’esperienza di vita dello scrittore si intrecci (anche solo in parte) nel cuore e nell’anima del personaggio che racconta, ovvero, Antonio, il protagonista.

Un romanzo anche spirituale e psicologico, alquanto introspettivo sulla figura della donna: Anna, sua moglie. In fondo, la donna rappresenta un universo immenso e ancora in parte sconosciuto per gli uomini. E Antonio inoltre dovrà vedersela anche con l’infausto destino, quello dell’incidente automobilistico della consorte che cambierà i suoi piani e i punti di vista della sua vita. Ma il dolore fortifica molto spesso e dall’altra l’esistenza ci fa scoprire con la sua imprevedibilità cosa non avevamo ancora capito di chi ci sta accanto. Forse non ci soffermiamo abbastanza ad osservare neanche chi amiamo che siamo sicuri invece di conoscere completamente. La frenesia della quotidianità non ce lo permette, ma questo romanzo ci aiuta a riflettere, a rinnamorarci della vita, di noi stessi, di chi ci affianca. Ho apprezzato questo libro perché ormai il profumo dell’amore antico non si respira quasi più e qui abbiamo finalmente il ritorno di tale autentico sentimento che esiste tra due anime e due cuori e non solo tra la fisicità di due corpi. A volte, è molto più erotica l’anima… nell’infinita bellezza e meraviglia del suo essere.

 

FRANCESCA GHIRIBELLI

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