martedì 5 gennaio 2021

RECENSIONE OCCHIO PER OCCHIO DI MARIALUISA MORO

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Sinossi

Un corpo sul sagrato di una cattedrale: un'orbita vuota e un occhio appeso al collo. Il primo di una serie di delitti sconcertanti, organizzati da un abile sceneggiatore che non lascia tracce.
Assassino seriale o no?
Come spesso avviene, il commissario Stig Olsen e la sua aiutante Mina Halvorsen hanno opinioni divergenti e Mina segue la sua pista di nascosto, infrangendo le regole.
In una serrata indagine, personaggi del passato e del presente verranno a galla ad eseguire la loro danza macabra...
Non puoi scappare senza pagare; prima o poi, l'oste presenta il conto.

 


Recensione

E siamo al quarto libro, perché la brava autrice Moro se prima ci regalava un nuovo romanzo autoconclusivo dietro l’altro, adesso ha iniziato a regalarci episodi esilaranti di una serie davvero accattivante e ben fatta, di cui non vorremo mai che scrivesse la fine. Una serie ambientata tra i fiordi norvegesi.

Dopo Puzzle, Delitti Artici e Un Passato Scomodo, ecco il quarto capitolo dal titolo Occhio per occhio. Se il primo ha dato l’incipit alla serie, il secondo e il terzo invece hanno contribuito a dare la svolta al giallo e alla storia d’amore tra i protagonisti, nonché alla vicenda della madre del personaggio femminile, questo quarto libro vede, sì, ancora Mina Halvorsen e Stig Olsen, ma si cristallizza molto su Mina, il suo passato o meglio le sue radici. La poliziotta si è dovuta spostare da Oslo a Tomso, sempre a causa di Stig e della loro storia d’amore che la fa soffrire, ma che al contempo le fa capire che alla fine per lui prova un’attrazione magnetica veramente irresistibile. Ed ecco che appunto Stig per riaverla fra le sue braccia la fa entrare di nuovo in una delle sue indagini. Ma lei non può credere che una storia si basi solo sul sesso, come appunto crede che Stig pensi. Insomma, torneranno insieme o saranno eterni litiganti in amore?

Il caso che li unisce stavolta è il ritrovamento di un corpo sul sagrato di una cattedrale. La vittima ha un’orbita vuota e un occhio appeso al collo. Questo è solo un delitto che fa da introduzione a una serie di omicidi sicuramente compiuti da un abile serial killer.

Un’indagine che vedrà i due poliziotti uno contro l’altra, forse per la prima volta rispetto alle altre indagini relative ai precedenti capitoli. A dare voce all’omicidio è il ragazzo che lavora proprio nelle vicinanze della cattedrale di Sant’Olav. Cosa che sottolinea la parte documentata di questa storia, come appunto si deduce da una scrittrice preparata e dettagliata, è la parte che vede la religione del cristianesimo portata e diffusa in Norvegia dagli antichi Vichinghi. Un pezzo di storia non molto ripreso dai libri o romanzi, ma che rende ancora più particolare l’atmosfera di questo giallo un po’ pseudo-religioso ed esoterico. Si presume che il cadavere sia stato ucciso in precedenza e poi portato sul sagrato e la specie di rituale dell’occhio appeso al collo ricorda molto un messaggio di vendetta. Occhio per occhio, dente per dente.
La vittima è Anders Jaworsky, il suo corpo viene riconosciuto dalla figlia Thea. Ma saranno tanti i delitti che arriveranno successivamente. Rispetto ad altri romanzi della Moro e soprattutto agli antecedenti capitoli della serie, questo quarto episodio porta la cappa di un’aria lugubre e quasi medioevale anche quando torna al presente, pare quasi che la forza di questo delitto (rimembrante tempi e ritualistiche antiche), scia che inaugura i successivi spargimenti di sangue, sopravviva ai nostri giorni e quasi vesta l’ambient di un romanzo storico, di un giallo storico. Si mischiano personaggi principali essenziali a volti secondari altrettanto validi per la vicenda. Si parla di thriller pseudo religioso ed esoterico perché si riprende la legge del taglione risalente alle Sacre Scritture e, al Vecchio Testamento, precisamente. Un modo per fare giustizia, un’auto-giustizia, anche quando non si hanno prove di colpevolezza per applicare tale punizione e vendetta.  Ma lasciamo ai lettori scoprire tutto il resto. Anche stavolta la Moro ci sorprende, ci sconvolge, ci “costringe” ancora a chiedere un’altra pagina e ancora e ancora sperando che questa serie non veda fine.

Ci sono suspense, amore, sesso, sentimenti, dolori, gioie, sangue, tenebre e luce, c’è tutto dosato con una ricetta psicologica ed esaltante che racchiude come in ogni suo romanzo anche una morale esistenziale, ma soprattutto tanto di cappello alla scrittrice per aver deviato sempre le aspettative del lettore sulla soluzione del thriller, questo fa il bravo scrittore di un vero giallo.




Francesca Ghiribelli 

 

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