venerdì 24 luglio 2020

Recensione IL TEMPO: Una goccia di presente immersa nel passato di Massimo Zurlo













Dettagli prodotto
·  Formato: Formato Kindle
·  Dimensioni file: 537 KB
·  Lunghezza stampa: 116
·  Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
·  Lingua: Italiano
·  ASIN: B07XTB8CSS
·  ISBN-10: 1689203641
·  ISBN-13: 978-1689203647

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SINOSSI
La memoria è costituita da cassetti, alcuni senza serratura alcuna, eppure una volta chiusi non verranno mai più aperti, indipendentemente dal contenuto che custodiscono. Ve ne sono poi altri, muniti di ogni tipo di serratura, in cui si cerca di racchiudere uragani di categoria 5... Ma è solo un vano tentativo della razionalità; certe onde emotive, infatti, per loro natura non posso essere arginate, ma sono bensì destinate a riemergere come tsunami raggiungendo la costa... Il quando è solo una casuale questione di tempo.

RECENSIONE 

Adoro i libri intensi di poetica esistenziale, pregni di quella descrizione psicologica ed emotivo-emozionale. Location valida sono i territori dolomitici raccontati in accurati dettagli che ricordano quasi il panismo di Giovanni Pascoli, ovvero il poeta delle piccole cose (che si impersona anche con la natura per certi versi). E quando la narrazione si imbriglia della polvere di stelle della poesia, io mi innamoro dei libri e li esalto veramente dal cuore. Ho eguagliato la lettura ad una vera cassettiera mnemonica. Ci sono scomparti senza chiave e alcuni con la chiave.

E l’autore ci fa comprendere, anche per esperienza personale, come gran parte di essi, seppur non siano dotati di serratura, per casualità del destino non verranno mai aperti. E non verrà scoperto cosa celano al loro interno. E soprattutto se dovessero custodire cose belle, sarà la volta buona che esse non salteranno mai fuori, mentre le tempeste della vita, dall’altra, nonostante si vogliano tenere sottochiave, esploderanno quando meno ci si aspetti per travolgere le nostre esistenze.
Un tornado non si può tenere dentro un cassetto e anche se al momento si potrà tenere a bada, un giorno presto o tardi tornerà ad abbattersi sulla riva della vita. E i tornado, l’autore invece li definisce più onde emotive, quelle che vengono stabilizzate a volte grazie alla razionalità di ognuno di noi, ma mai seppellite per sempre. Le emozioni in qualche modo verranno sempre fuori o dal cuore o dall’anima… da una lacrima di pianto o di gioia, da una carezza, da un abbraccio, da un semplice gesto, da uno sguardo… 

E cosa ho apprezzato di più è lo stile scritturale di Zurlo: ogni minimo fotogramma della natura, dei personaggi circostanti, di ogni oggetto, di ogni creatura, di ogni alba, di ogni tramonto sono un passo verso la vita che raccoglie speranza ma senza illusioni, senza ipocrisia. A volte mette rime incatenate in una poetica prosastica mai banale, a volte le rime si baciano sottilmente travolgendo il lettore e lasciandolo senza respiro. Una narrativa misticamente piacevole, quasi spiritualmente introspettiva, dove non si legge la solita storia d’amore tra personaggi, ma si vive la realtà dei nostri giorni conservando l’antica tradizione dell’origine della vita. Dovremmo anzi ascoltare più il silenzio degli attimi e noi stessi per essere capaci di analizzare meglio il mondo e gli altri.
Un titolo empatico ed evocativo. Il tempo è una goccia di presente immersa nel passato… è già una poesia breve, ma veramente intensa. Come M’illumino d’immenso di Giuseppe Ungaretti. Zurlo da una parte emoziona con la poetica delle piccole cose dai toni pascoliniani e dall’altra suggestiona con il vivido ermetismo ungarettiano. 

Un autore emergente odierno che si disseta della saggezza di una filosofia di altri tempi, che dovrebbe essere ancora presa in considerazione come la carrozza dorata per i sogni dei nostri giorni.

FRANCESCA GHIRIBELLI


L’AUTORE 

Nato in uno dei tanti piccoli comuni del basso Lazio, trascorre l'infanzia e l'adolescenza sempre negli stessi luoghi, conseguendo la maturità scientifica col massimo dei voti sul finire degli anni ‘90. Qualche tempo dopo aver intrapreso il percorso universitario, decide di non attendere la conclusione dell’ulteriore ciclo di studi prima di raggiungere la tanto ambita indipendenza e optando, quindi, per quello che all’epoca dei fatti appare come il percorso più veloce possibile, ovvero intraprendere la carriera militare; tale scelta lo porta a spostarsi per l'Italia fino ad approdare nella tanto lontana quanto meravigliosa Sicilia. Col tempo diviene, suo malgrado, “pendolare del fine settimana” e per questo “socio di minoranza di Ryanair” per poter stare con la famiglia. Sposato e con una figlia, finalmente stabilizzatosi a Roma, durante la successiva fase di immobilismo che ne scaturisce abbozza il primo vero bilancio della vita, all'età di 40 anni, avvicinandosi alla scrittura sulla spinta di esterni incoraggiamenti, con quale successo lo scoprirà solo con "Il Tempo"...

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