Citazione
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 18 aprile 2020
Pagine: 118 p., Brossura
EAN: 9788831307802
SINOSSI
In Triticum, l’autore compie un
percorso metaforico attraverso la poesia. Un viaggio che lo porta a scandire le
tre fasi principali del ciclo stagionale del grano. Dalla semina, tempo di
promesse e di speranze affidate alla natura, al tempo della mietitura, atto nel
quale i sentimenti umani riscoprono i valori e le passioni. Infine le
spigolature, che recuperano quanto la coscienza offre da ogni riflessione. Triticum
è dunque un contenitore di immagini e pensieri fissati lungo il tragitto della
vita, in un percorso diacronico e simbolico con uno dei più antichi frutti
della terra.
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Siti e profilo autore
L’AUTORE
Vinicio Salvatore Di Crescenzo
nasce a Fondi (LT), antico comune del basso Lazio. Innamorato dell’arte nelle
sue varie forme, si dedica molto presto allo studio della musica e della
pittura. Ma è nella poesia che individua la massima espressione creativa. La
sua professione, svolta in un’importante istituzione dello Stato, lo porta a
contatto con realtà e contesti sociali, che contribuiscono a dare corpo a un
forte senso di analisi e osservazione. Elementi, che nelle sue poesie emergono
spontaneamente. I versi di questo autore incarnano il linguaggio della natura e
della famiglia. Evocano tematiche connesse all’esistenza umana e alla ricerca
introspettiva, con uno sguardo attento e riflessivo alle origini culturali e
sociali della propria terra.
Citazione
…Attendo che finisca
il tempo dell'attesa per nutrire ogni mia passione
col tuo biondo sguardo compassato e col pane ancora crudo che mi donerai
prima dell'autunno…
col tuo biondo sguardo compassato e col pane ancora crudo che mi donerai
prima dell'autunno…
Recensione
Mi sento vicina da sempre al genere della poesia,
soprattutto contemporanea, essendo anche io un’autrice. Era molto tempo che non
leggevo poesia dei nostri tempi così capace di scavare a fondo le antiche
origini della scrittura, rendendola al contempo attuale. L’autore ci spiega con
le sue profonde tematiche come si riesca ad accordare l’oggi con l’ancestrale
origine di un mondo che fu, dove lo scandire del tempo veniva definito dalle
stagioni e dal ciclo della natura. E cosa trovare di meglio se non il paragone
del ciclo stagionale del grano…. Suddividerlo nelle sue fasi e compararlo con
il profumo e il sapore antico della scrittura, o meglio della poesia?
Un libricino che ha un cuore grande e un’anima che si posa e
si inchina di fronte alle origini del tempo, già perché la poetica dell’autore
Di Crescenzo ci commuove, ci emoziona e ci fa riflettere, soprattutto pensando
al fatto che, nonostante il mondo vada avanti, si sia evoluto per certi versi e
altri no, in fondo parte sempre dalle sue origini. Come un bimbo in fasce, inizia
sempre, come d’altronde fa la vita, dal vagito primordiale, in cui si viene al
mondo. Perché dobbiamo sempre essere grati alle nostre radici per essere orgogliosi
di far parte dell’universo.
L’opera ha la prefazione della prestigiosa Carla Cucchiarelli,
vice direttore Tg3 Lazio. E da lettrice ed estimatrice poetica, mi incanto di
fronte ai versi dell’autore, scopro l'introduzione del tempo della semina,
quello di cui è fatta la vita, ovvero di un lungo viaggio fra passato, presente
e futuro. La mietitura, è il prezioso momento in cui scavare a fondo nell'io
del poeta, ma leggendo Di Crescenzo troviamo anche versi sul rapporto con il
poeta pontino Libero De Libero, infatti si ritrova davanti alla sua tomba, per
poi incontrare i sorrisi e le emozioni scaturite dalla figura del padre, le
bellezze capitoline, i monumenti della città dello scrittore, i baci che si
fanno largo nei ricordi del mare. “Ma
quanto è bella la sensibilità al contempo piega l'animo e il cuore del poeta di
fronte alla sofferenza infame della vita nei giorni dell'addio alla madre
portata via da un male oscuro e crudele”, ma ci delizieremo anche leggendo i frutti acerbi da cogliere domani.
Semina, mietitura, spigolature. Ecco tutte le fasi del grano.
Poesia che ha voglia di partire con anima e cuore, ma come
succede nei classici e nei veri poeti, vuole sempre far ritorno nel suo amato
porto, alle sue amate origini. Il titolo di questo libro prende il nome da
delle graminacee, che sono una specie di grano o frumento risalente addirittura
al Mesolitico. Venivano usate per diete sane e utilizzate come prime
coltivazioni: oggi la spiga di grano è ricchezza sociale e patrimonio naturale,
che viene comparato al tesoro della scrittura, cibo per l'anima, precisamente
la poesia. Deliziosi il sottotitolo e l'immagine di copertina con le spighe
piegate dal vento e al contempo accarezzate dal vento, dalle lune compagne, fedeli di un'estate. In Di Crescenzo riaffiora
anche la poetica musicale di Ivano Fossati che vibra fra le corde dei versi dell'autore.
Io ho vissuto questa lettura come un viaggio sui tasti di un pianoforte
accordato dalla melodia del cuore e dell’anima in mezzo ad un campo di grano
assolato mitigato dalle carezze fresche del vento. Pura emozione da contemplare
in eterno sul cammino della vita.
Francesca Ghiribelli
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