sabato 16 maggio 2020

RECENSIONE STUPRO - LA RAGAZZA SPORCA DI STEFANIA DE GIROLAMO







Scheda tecnica del prodotto
ISBN: 978-88-97409-79-3
Data di pubblicazione: Luglio 2019
Numero di pagine: 232
Autori del libro: Stefania de Girolamo
Formato: Cm. 15 x 21 circa
Legatura: Brossura
Collana: Narrativa

SINOSSI 

La donna stuprata è una donna violata nella sua intimità che non sarà mai più la stessa. Non esistono però solo i casi eclatanti che finiscono in televisione o sul web. Molte donne vivono l'inferno in casa e non hanno la forza ed il coraggio di denunciare l'aggressore o l'aguzzino. Anche queste vanno aiutate affinché escano dalla situazione in cui vivono, ritrovando la forza di vivere.]
Una ragazza di sedici anni viene aggredita e violentata da un gruppo di ragazzi. La giovane verrà costretta dalla famiglia a nascondere l’accaduto, in ragione di una paura recondita e radicata in seno da generazioni, di gettare la famiglia nell’ignominia. Monica troverà sfogo al suo malessere nella musica, esibendosi in sensuali danze, lavorando in un locale notturno, senza mai permettere a nessuno di avvicinarla. Sarà lì che incontrerà un giovane, bello e con gli occhi dolcissimi. Nascerà un amore casto e sincero che aiuterà entrambi a riscattarsi da un passato di dolore, fino a quando ….

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L’AUTRICE 

Stefania De Girolamo nasce a Genova da padre di origini pugliesi e madre ligure. Si diploma come perito turistico e studia la lingua russa, compiendo poi un lungo e istruttivo viaggio nell’Unione Sovietica. Esordisce nella narrativa con alcuni racconti, poesie e con il romanzo Insieme ce la faremo, pubblicato in self-publishing. Stupro. La ragazza sporca (Edizioni del Poggio, 2019) è il suo ultimo romanzo.


Citazione

«Lei cantava pura e violata, danzava in quell’immane sforzo di trovare uno squarcio verso il futuro, per dovere verso la propria anima, per l’altrui volontà spezzata e irrimediabilmente sepolta laggiù sotto quell’albero, lungo quella strada, quell’anno, quel giorno, quell’ora, quei pochi istanti […]».




Recensione

Toccante romanzo, disperato e terribile spaccato di vita di un’innocente ragazza di 16 anni. La storia di una violenza fisica, di uno stupro dell’anima e del cuore, qualcosa che resta vivo per tutta l’esistenza, un dolore che non si cicatrizza mai, ed anche se si trasforma in cicatrice sotto ad essa il sangue pulsa di vendetta e rabbia. La dignità di una ragazza che poi diventerà donna… viene strappata così come un foglio di carta, dove purtroppo non si può più cancellare tale strappo. L’atto ignobile resta, nessuno lo cancellerà mai, ma si può superare e ricominciare, una donna ha diritto di essere difesa e che i suoi aguzzini paghino per ciò che hanno fatto tutta la vita. Ma una donna ha diritto di sperare nel domani, soprattutto un giovane animo come Monica, deve avere e trovare la voglia di apprezzare di nuovo la vita e saper riuscire a credere nuovamente negli uomini, perché non sono tutti uguali, per fortuna. C’è chi sa amare ancora, come lei stessa merita.
Monica si allontanerà anche dai suoi amici, dai compagni di studio e dalla sua migliore amica, da cui non si è mai separata. Una sofferenza che le fa da scudo per proteggersi da tutti, anche da chi non ha colpa, perché il dolore brucia repentino e atroce.

Ed ecco che la De Girolamo ci sbatte davanti agli occhi l’amara verità di un oltraggio alla dignità femminile, lo sa fare con eleganza, garbo, silenzio e rumore alternati in una danza romanzesca, che fortifica l’autrice stessa e chi la legge… ma soprattutto rende coraggiosa la storia-testimonianza di Monica che si trova braccata dal volere della sua famiglia che la imprigiona nell’omertà di un silenzio, il quale altrimenti la getterebbe nello scandalo.
Ed è ciò che rende ancora più particolare la vicenda, perché di solito la famiglia consola, conforta e accompagna il dolore e la vergogna di uno stupro verso una donna, mentre Monica deve farsi forza da sola sempre e comunque, deve passare oltre gli sguardi famelici degli uomini, che la incontrano durante il suo lavoro come ballerina in un locale notturno. Già, lei trova pace e serenità nella danza, ma anche un modo per dimostrare a sé stessa e al mondo maschile, che sotto gli occhi degli uomini ammaliati dalla sua bellezza, mentre si esibisce, c’è il potere dell’altro sesso, un sesso definito debole (quelle delle donne), invece l’universo femminile supera ogni uomo esistente con la sua forza e la sua virtù. 

Ballare in quel locale le regala il coraggio di riscattarsi e di rendersi immune da altri stupri e violenze, perché non permette a nessuno di avvicinarla, ma di guardarla, sentendosi così la regina degli uomini. Le ricordano ogni volta quel famigerato branco di ragazzi che l’ha oltraggiata, ma quando nei terribili flashback rivede le loro mani e risente i loro corpi possedere il suo, allora chiude gli occhi e sente soltanto il suono della musica che la libera dal tormento dei suo stesso inferno.
Ma nella vita, a volte anche nel periodo più difficile, quando tutto sembra nero e soprattutto quando non riusciamo più a credere in nessuno, ecco che il cammino ci mette di fronte casualmente qualcosa o qualcuno che a piccoli passi ci fa ricredere… quasi un istinto primordiale che ci stacca dall’apatia di non voler sperare fino in fondo e ci fa sbocciare nuovamente come una gemma a primavera. Ed ecco che un ragazzo dall’aria dolce e fisicamente molto bello incrocerà la strada di Monica e finalmente riuscirà a rappresentare la sua nuova primavera per ricominciare? Chissà se sarà capace di cancellare per sempre le ferite di una donn … o almeno ricoprirle del miele sgorgato da un nuovo amore?

Ho paragonato questa lettura ad un rovo dannatamente pungente, da dove si possono raccogliere alla fine dolci e succosi frutti come le more. Le spine del rovo testimoniano il sangue versato e le ferite dello stupro, ma alla fine anche dal dolore più grande possono rinascere la bellezza e la forza di una donna. Una storia che denuncia l’ignobile indifferenza da parte di una famiglia, la crudeltà della società, la violenza del branco che strappa ad una ragazza la sua magnifica purezza e l’ingenuità della sua età. 

Francesca Ghiribelli



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