mercoledì 22 aprile 2020
RECENSIONE NEL CUORE DELL’EMERGENZA DI SIMONA MASTRANGELI
Genere: Medical Novel
Data d'uscita: 12 Aprile 2020
Prezzo: e-book 0,99
Link d’acquisto
https://www.amazon.it/Nel-cuore-dellemergenza-parte-1-ebook/dp/B086SJNMPF/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=Simona+Mastrangeli&qid=1586333520&sr=8-1
CHI E’ SIMONA MASTRANGELI
Un pò di me… che dire?
Sono un medico chirurgo, laureata nel 2017 presso l’università “La Sapienza” di Roma.
La mia passione è lo studio del corpo umano e della sua complessità, delle patologie, dettagli che non passeranno inosservati a voi lettori attenti!
Poi c’è la scrittura. Non c’è niente al mondo che mi emozioni di più che immergermi nei mondi che posso creare, di andare oltre con la fantasia, l’immaginazione, il sogno.
In fine la lettura. I libri mi hanno appassionata fin da prima che imparassi a leggere e costringevo mia madre a farlo. Ricordo ancora il primo libro che mi lesse: Il giardino segreto…avevo quattro anni. Da quel giorno non ho più smesso e oggi ho messo a disposizione degli autori questa mia esperienza, come book blogger.
Citazione
Noi che “addormentiamo”, “risvegliamo” e “rianimiamo”. Qualche battaglia ogni tanto però viene vinta nonostante una lacrima che scende e il medico il giorno dopo si sveglia con la voglia di combattere ancora per la vita dei suoi pazienti.
RECENSIONE
E tutto inizia con la citazione tratta da “La peste” di Alberto Camus, la Mastrangeli non poteva scegliere opera migliore per eguagliare la gravità della pandemia Coronavirus a quella storica e disastrosa della peste, secoli orsono.
Ho apprezzato molto la breve medical novel partorita dalla Mastrangeli: chi più di un medico chirurgo anestesista vive in prima persona la tragedia che tutto il mondo sta vivendo?
Ho analizzato ogni capitolo con occhio attento e imparziale. Ogni capitolo scritto da un giovane medico come Simona che sulla propria pelle osserva, commenta, vive ogni attimo come se fosse l’ultimo, si emoziona, cerca di farsi forza e di incoraggiare la propria famiglia e i pazienti. Perché il suo sogno è sempre stato quello di fare il medico, ma fare tale professione in una pandemia è ben diverso (da come si era sognato di studiare medicina e imparare il mestiere vivendo l’ordinarietà della vita di tutti i giorni). Fare il medico nel cuore dell’emergenza è totalmente differente. Fare il medico in medico in tali circostanze è fare l’eroe ogni giorno per salvare la vita degli altri.
Prologo
Simona, 27 anni, si sveglia alle 5 del mattino, è specializzanda in anestesia e rianimazione: prega tanto che il Coronavirus sia solo un incubo e invece ha contagiato tutto il mondo; al lavoro ha la costante paura di non aver indossato bene il camice, che possa esserci una parte scoperta e che il virus possa attaccarla, trasmettendolo così ai suoi cari. Ogni giorno ci sono sempre più persone in terapia intensiva, nuove ale ospedaliere adibite ad essa. Ma facciamo un passo indietro e partiamo per ordine da come sono andate le cose. Poi ovviamente lascio ai lettori scoprire il resto della profonda e bella medical novel.
Capitolo 1
La vita prima del Coronavirus
Simona fa la spesa pensando ai dolci di Natale, sopravvissuti alle feste e riflette sulle promesse fatte ai familiari con la speranza che il 2020 possa essere un anno più fortunato, invece ecco che il telegiornale parla di una pandemia scoppiata in Cina nella città di Wuhan, dove abitano i genitori di un suo amico ai tempi di università. Il primo contagio viene registrato i primi di dicembre,
sembra un racconto lontano che punta gli occhi solo sulla Cina.
Simona continua intanto la vita di sempre: lavoro con intensi turni in ospedale, bada alla casa e all’aspetto esteriore e ricava del tempo per andare in palestra.
Fra i suoi colleghi si parla dei contagi che aumentano, ma nessuno si allarma veramente.
La banale e comune influenza si porta via già molte persone che hanno patologie gravi (ad esempio per il vizio del fumo), figuriamoci per una pandemia. Simona ha perso suo nonno proprio a causa del fumo: tumore al polmone, carcinoma vescicale e uno alla lingua. Era al terzo anno di medicina a Roma ed è tornata a Ferentino per la morte del nonno. Ha iniziato a studiare di più per non impazzire, ha sempre odiato i funerali, essendo una persona eccessivamente empatica e così ha desiderato fare il medico per evitare la sofferenza delle persone. Un modo così come dire… per diventare cinici.
Diventare medici, oltre a firmare il giuramento di Ippocrate, significa percepire la morte nell’aria e diventare tutti una sorta di Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento, quando la morte viene a reclamare chi ha scelto… ma il primo caso di morte per un medico non si scorda mai. Simona al quarto anno di studio, vive da vicino la prima morte: si tratta di una donna ricoverata per ascite, che si aggrava per una polmonite con molti giorni in terapia intensiva.
Il medico oltre a restare addolorato e deluso pur sapendo che il paziente non ce la farà, deve sempre cercare di farlo lottare per la vita.
Qualche battaglia ogni tanto però viene vinta, nonostante una lacrima che scende e così… il medico il giorno dopo si sveglia con la voglia di combattere ancora per la vita dei suoi pazienti.
Capitolo 2
I primi articoli scientifici
Tanti i primi articoli scientifici che Simona legge sui vari appartenenti alla famiglia del Coronavirus. Si trasmette tramite le droplets, goccioline di saliva portate da tosse e starnuti.
Avviene anche per contatto con persone a meno di 2 metri di distanza o anche attraverso superfici, dove è presente il virus, ma questo è ancora da vedere.
Ecco il primo caso di cinesi da Wuhan fermati ad Ostia in isolamento preventivo.
Il 30 gennaio 2020 avviene il blocco dei voli diretti da e per la Cina.
Intanto Simona non vuole indossare sempre la mascherina, come quando è in sala operatoria e chiudersi così al mondo, prima del necessario.
Boom mediatici di notizie fasulle e sbagliate.
Giunge il messaggio dell’amico cinese Zhe, il quale dice che in Cina i suoi sono confinati in casa, ma stanno bene.
Il tempo di incubazione del virus è da tre a sette giorni, fino quindi a due settimane di isolamento per non generare nuovi contagi.
Ma l'uomo continua a girovagare e a portare contagio.
La regola numero 1 è lavarsi le mani con sapone o disinfettante per 40 secondi frizionando bene ogni parte.
Ed ecco che avviene l’assalto dei barattoli di amuchina, così l'economia fa salire i prezzi alle stelle.
Coprire la bocca se si tossisce o si starnutisce, evitare di toccare bocca, naso e occhi con mani non pulite.
Sembrano cose banali, ma fondamentali. Non sempre è facile porvi la massima attenzione in una vita frenetica come la nostra.
Intanto Simona invita il suo ragazzo Gianmarco, che lavora in una macelleria poco fuori Verona a festeggiare il carnevale insieme. Il carnevale è una festa che Simona ha sempre amato e il suo sogno è un giorno poter andare a Venezia e noleggiare un vestito da dama di corte.
Capitolo 3
Il nemico è alle porte
21 febbraio 2020. Entrambi si accontenteranno di festeggiare il carnevale a Verona: Simona vestita da fachiro e Gianmarco da scheletro.
Primi casi di Coronavirus in Lombardia: le prime misure di contenimento prese il 23 febbraio, visto che i casi salgono e arrivano in Veneto.
Eventi annullati e scuole chiuse.
All’ospedale di Verona, in cui lavora Simona si fa il piano di emergenza per aumentare la disponibilità dei posti letto.
Se prima i problemi per i medici specializzandi come lei, erano quelli di memorizzare i nomi dei pazienti e fare esercizi di routine, adesso lo scopo è cercare di evitare il peggio, ma non è semplice prevedere tutto, anzi se non impossibile
Simona non ama individuare e memorizzare i pazienti con i numeri, sono persone e vuole ricordare i loro nomi: il medico è un lavoro che viene fatto per il paziente. I pazienti ripongono fiducia nel medico, è il minimo valorizzarli e soprattutto nel caso del Coronavirus l'amore fra medici e pazienti è fondamentale e rende tutto meno stressante e più umano.
Mi ha colpito molto quando l’autrice diretta narratrice della medical novel, dice che il lavoro di anestesista è diverso.
Noi che “addormentiamo”, “risvegliamo” e “rianimiamo”. Per fare la differenza fra la vita e la morte.
Di come i pazienti abbiano più paura dell’anestesia, invece che dell'intervento. Come se fosse colpa dell'anestesista e non del chirurgo.
Poi a fine febbraio il virus arriva anche a Verona.
Messaggio morale: “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversala e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”.
(H. Murakami)
FRANCESCA GHIRIBELLI
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