martedì 27 ottobre 2020

RECENSIONE INSONDABILE DESTINO DI ANNA FERRARI





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SINOSSI

 

  Che potere pensate possa avere un antico taccuino con simboli sconosciuti, di origine celtica, per una specialista in semiologia e linguistica? Proprio come il miele per l’orso! È naturale quindi che Beatrice Sensi non sappia resistere all’invito di decifrare uno scritto appartenente a un popolo che non conobbe mai la scrittura, perché i Celti ritenevano che solo la memoria potesse garantire la trasmissione del sapere.

Questa avventura nel mondo celtico si incunea poi verso l’antica Russia, il paese dei soldati forti come l’acciaio, degli studiosi che sanno tutto di tutto, delle streghe più cattive che siano mai esistite. In mezzo a tali coinvolgenti avventure c’è la vita di tutti i giorni, con le sue vittorie e le sue delusioni, con storie d’amore e di odio (che poi è quasi sempre una storia d’amore finita male, e non sempre per una persona…).

La relazione tra Gwyny, una dolce ma determinata ragazza celtica, e Liam è travagliata, attraversata da pericoli e segreti, incantesimi di magia bianca e magia nera. Gwyny frequenta l’Accademia da vent’anni e sta per diventare druidessa. Liam è un druido, benché sia assai giovane è molto rispettato e amato dalla sua tribù.

 

Un destino contrario e la pura malvagità che si insinua proprio tra gli affetti più cari li travolge in un mare di dolore; la vita ristabilisce gli equilibri ma quale sarà il prezzo? Chi si è nutrito delle loro sofferenze sarà condannato all’oblio, ma sarà sufficiente?

 

C’è anche chi l’amore lo vive con spavalderia, cercando di domarlo ai propri desideri, almeno fino a quando l’affetto non prenderà le sembianze di una risoluta cacciatrice di verità. È Niccolò Malcovati, bell’uomo, affascinate studioso di slavistica. Abita in un’incantevole villa del ‘700, e proviene da una famiglia di antiquari che gli hanno permesso di arredare la sua dimora con oggetti rarissimi e di raffinata bellezza. Un vero dandy, Niccolò è amato dalle donne, ma è anche un gentiluomo, che gode molto della sua casa, delle cose belle che acquista e scambia, accrescendo le sue collezioni: uova di Fabergé, icone russe, servizi da tè imperiali, somovar, ossia teiere, incastonati di pietre preziose, libri rari e preziosi.

Niccolò incontra Beatrice per risolvere l’enigma del taccuino, ma mai si sarebbe aspettato una semiologa così deliziosa, con quel carattere secco e precisino, e una voce da allodola. E Niccolò adora le cose belle, non può non ammirarla, accarezzarla con il pensiero, ricambiato dallo stupore e dalla sorpresa di Beatrice. Attratti l’uno dall’altra, vivono momenti di intensa passione, inconsapevoli ancora degli ostacoli che troveranno sulla loro strada.

Alla fine sono queste due donne, Gwyny e Beatrice, che ci sorprendono per la loro energia e la loro tenacia nel volere costruire il proprio destino con ogni mezzo, che non arretrano di fronte a nulla pur di avere una vita che sia pienamente loro. E, se è vero che la mente può piegare il destino, Gwyny e Beatrice ne hanno scoperto il segreto.



RECENSIONE

 

Devo dire che è sempre più difficile trovare libri così. Era davvero tantissimo tempo che da recensore accanito non avevo il piacere e l’onore di trovare un romanzo particolare, come questo: una storia ricamata nella storia, una trama che attraversa i secoli per dare vita a una ragnatela sinuosa di vicende ricche, avventurose, piene di sentimento ed emozioni contrastanti.

L’autrice sa il fatto suo, oltre ad avere talento, conoscenza, ha anche una gran inventiva, riuscendo però a creare trame intricate, nozionistiche e al contempo è capace di non perdersi nella trama stessa, senza far trovare al lettore punti di debolezza o lacune narrative. Tutto, anzi è studiato nei minimi dettagli, perché specialmente nella scelta fatta in questo romanzo, che racchiude tanti generi libreschi, è stata capace a intervallare una storia contemporanea veramente singolare con una relativa ad uno dei più antichi popoli mai esistiti, i Celti.

La storia ci presenta Beatrice, una ragazza deliziosa, che ricorda una figura eterea per la sua delicata essenza, ma al contempo racchiudendo un carattere metodico e preciso nel suo lavoro di semiologa e linguista. Per una professionista come lei, ritrovarsi fra le mani un taccuino in lingua celtica, è un vero tesoro, soprattutto per un popolo così arcaico da sempre conosciuto per la sua credenza nella trasmissione del sapere soltanto tramite la memoria dei fatti e non grazie alla scrittura.

La Ferrari dimostra di essere un’autrice curiosa e prima di creare la stesura dei suoi romanzi cerca di documentarsi il più possibile su ogni aspetto che va ad analizzare nella sua storia.

Ma alla scrittrice non bastano i Celti, perché unisce la storia d’amore protagonista anche all’antica Russia, altrettanto affascinante come altra ambientazione della trama.

Anche qui dimostra ampia conoscenza del mondo sovietico a livello storico, sociale, paesaggistico, culturale e folcloristico. Un’avventura fatta d’amore, di delusioni, vittorie e sconfitte sarà quella che Beatrice scoprirà nella traduzione del taccuino ritrovato. Una storia sentimentale che vede protagonisti Gwyny, una dolce ma decisa ragazza celtica che sta per diventare druidessa, e Liam, un druido, giovane e affascinante ben rispettato dalla sua tribù.

E le storie d’amore travagliate ci piacciono, quegli intrecci che si sanno far disperare e aprendo il libro ci fanno scendere qualche lacrima intervallata da un sorriso di emozione.  Un’avventura percorsa da alti e bassi, misteriosi segreti, dove anche la magia dà il suo notevole contributo.

In mezzo alle pagine del taccuino inoltre l’antica storia d’amore si lega a quella contemporanea tra Beatrice, che incontra Niccolò Malcovati, uomo aitante e studioso di slavistica.

È anche benestante, proviene da una famiglia di antiquari che gli hanno dato modo di vivere contornato da singolari oggetti di valore e di ogni nazionalità, nonché di abitare in un’antica villa settecentesca.

La Ferrari pur mettendo a confronto storie d’amore così diverse e in epoche così lontane riesce a renderle simili nella loro morale, ma genialmente distinte nella loro strutturazione temporale romanzesca e romanzata. Il rapporto inoltre tra Beatrice e Niccolò sarà inizialmente delicato e più mentale, in seguito la passione esploderà sempre narrata in modo elegante e garbato.

Il punto cruciale del romanzo della Ferrari è l’unione delle due figure femminili di Beatrice e Gwyny, perché nonostante i secoli che le dividano, alla fine con la forza, tenacia ed energia sorprendono il lettore. Grazie al loro volere riescono a sondare il destino con la mente e a scoprire il segreto per vivere una vita nella sua completezza.   

 

FRANCESCA GHIRIBELLI

 

L’AUTRICE ANNA FERRARI 

 



 

Insegnante, scrittrice, lettrice accanita, adora i gatti, il suo mestiere... English language and English/American literature.

 

ALTRE RECENSIONI SULL’OPERA

Recensioni

 

“Sin dalle prime pagine ho sentito un incredibile desiderio di arrivare alla fine il più velocemente possibile. È un libro sensazionale, coinvolgente sotto ogni punto di vista.”


Raffaella Maccarini, autrice

 

“Lo stile con il quale l'autrice scrive il suo romanzo è gradevole, armonioso, scorrevole e ineccepibile. Nell'insieme, quest'opera letteraria rappresenta una lettura piacevolissima e avvincente, adatta a un vasto pubblico e fortemente raccomandata dalla sottoscritta.”


Angelarosa Weiler

 

“Insondabile destino è un romanzo che ha per protagoniste due figure femminili forti e intense, legate da un filo invisibile attraverso i secoli. Anna Ferrari tesse questo filo in parallelo per dipanare le loro storie fino a congiungerle e farne un racconto ricco e fascinoso.”


Alessandra Farinola, caporedattore

 

 

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