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SINOSSI
Il
Kintsugi è l’arte di riparare le cose con l’oro. Saldare assieme i frammenti di
un oggetto con materiali preziosi affinché da qualcosa di rotto possa nascere
una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore. Un’arte che
risalta le cicatrici rendendole riconoscibili e la parte più bella. Un vaso, un
piatto di ceramica ridotto a pezzi può rinascere più bello e forte di prima. Ma
si può riparare l’amore con l’oro? Raccoglierne i brandelli e ricucirli tra
loro, rendendolo più prezioso di prima? Ritornano i protagonisti de “L’amore si
fa in quattro” e le loro cicatrici. Perché le cicatrici non vanno nascoste, ma
portate con orgoglio.
RECENSIONE
Ed
ecco che il primo volume della saga “L’amore si fa in quattro” di Raffaele
Napolitano ci regala anche l’ultimo episodio della serie.
Stavolta
il tema romance tutto rosa è diverso, perché al centro della trama intrecciata
che sembra una fiction tv di quelle un po’ all’americana, l’autore mette
l’argomento del Kintsugi, l’arte ancestrale di riparare le cose
con l’oro. Se gli oggetti si possono riparare e impreziosire, è possibile farlo
anche con i sentimenti? Le cicatrici rattoppate si vedono e bruciano su un
cuore ferito e deluso… e l’autore, appunto per questo, chiede… l’amore sarà più
bello, anche se pieno di cicatrici? Già, perché l’amore vissuto è sempre più
bello, perché si soffre per amore, perché per vedere la luce bisogna che esista
anche il buio… e se le cicatrici e le ferite sono portate con soddisfazione,
con quella fierezza che si conserva nel cuore per aver lottato e poi vinto…
allora ecco che l’amore risulta ancor più meraviglioso e puro.
L’autore
ci lascia senza parole, perché anche in questo volume ci regala scene ironiche,
romantiche, passionali; episodi frizzanti che si intrecciano l’uno all’altro
seguendo la strada del primo volume inerpicandosi nell’improvvisazione ben
congeniata del secondo libro, creando un’armoniosa duologia.
Una
trama dove si respirano ambientazioni moderne e contemporanee, ma dove l’amore
sa ancora di quel sapore autentico e antico. Si trovano personaggi ben studiati
che si aggiungono ai quattro classici nomi della prima vicenda. Uomini e donne,
che amano, soffrono, ridono, scherzano, piangono di gioia e dolore, che spesso
lasciano la vecchia strada per quella nuova e a volte ritornano sulla via
principale, perché come dice il proverbio “si sa quel che si lascia ma non quel
che si trova”.
Avevamo
lasciato la storia in un punto veramente perfetto per partorirne il seguito.
Ritroviamo Ciro in viaggio con il maestro Punzo che scrive intanto una lettera
a Sofia, il suo grande amore. Sofia l’aveva piantato (nel primo capitolo della
saga) e poi si era trasferita a Firenze per distogliersi da ripensamenti
sentimentali. E lì casualmente il destino le fa incontrare Lorenzo, un dio greco
con l’animo da vigile del fuoco e i tratti somatici mediterranei, che le
strapperà un appuntamento.
Per
Sofia sarà quindi la volta buona per l’amore? Ma il destino è impervio e
imprevedibile, ed ecco che entra nella sua vita Christian, simpatico e prestante
giocatore di rugby. Il suo cuore sarà diviso fra i due uomini e fra mille
peripezie tutte tipicamente romance… Sofia nonostante sogni più volte la
dolcezza sognante di Lorenzo, come possiamo vedere nel secondo volume, sembra
scegliere di stare con Christian. Già, il solito ragazzo tutto sport e
superficialità, attratto a 360 gradi dal mondo femminile. Sulle prime questo
suo lato non la convince. Forse perché l’ha tradita con Mia, quella bionda
rampolla di nobile famiglia, determinata a soddisfare sempre i suoi desideri
personali. Sofia però è attratta dalle passionevoli attenzioni di Christian. Ma
perché allora pensa ancora a Lorenzo? Intanto, Sofia e Christian si prendono
una pausa di riflessione… e Christian assilla Michela (amica di Sofia) per
sapere se la ragazza esce o meno con Lorenzo!
Se
nel primo volume l’ambientazione era incorniciata dall'incantevole scenario di
una bellissima Firenze, stavolta i destini dei quattro giovani protagonisti e
di altri nuovi personaggi, ancora alla scoperta degli scherzi che fa l’amore,
si sposterà in diverse location fra cui appunto regioni italiane diverse.
Ritroveremo
Lorenzo, bel vigile del fuoco che ancora una volta ci mostra il suo sprezzante
coraggio per salvare un cane da un incendio e riportarlo fra le braccia della
sua padrona (l’autore descrive l’amore che mette nel suo lavoro riversandolo
nella narrazione del suo romanzo, ecco che sembra inserire ancora una volta una
nota di sé dentro il protagonista). Lorenzo, un ragazzo che ha sempre lottato
per fare il lavoro dei suoi sogni andando anche contro alla sua famiglia. Un
uomo dolce e sognatore dal cuore grande. Lorenzo è diviso tra i ricordi della
storia con Mia, che lo ha letteralmente travolto e il sentimento ancora
tangibile per Sofia. Quest’ultima e Lorenzo si rincontreranno… e chissà se si
riaccenderà la scintilla fra loro?
Ed
ecco Mia, ragazza ricca che a malincuore fa ritorno a casa, villa Altavita,
luogo da cui era fuggita a causa delle tradizioni arcaiche della sua benestante
famiglia, in cerca di un amore incondizionato e di indipendenza. Purtroppo ci
dovrà far ritorno con suo cugino Gabriele e la loro promessa di matrimonio. Ad
accoglierli Mary, moglie di Alfredo, il fattore della sua tenuta di famiglia. L’unica
donna a cui Mia era affezionata, visto che la madre vera è sempre stata molto rigida
e suo padre ben poco presente.
Mia
porta inoltre una novità… è in dolce attesa e per tradizione della sua famiglia
prima partorirà e poi si dovrà sposare… Mia però nasconde un piccolo grande
segreto: Gabriele è veramente l’uomo che vuole sposare e il bambino che aspetta
è davvero suo?
Durante
la narrazione scopriremo il sesso del nascituro e insorgerà il dubbio che il
bambino/a sia di Gabriele, oppure Christian o addirittura Lorenzo? Già, Mia ha
avuto una storia con tutti e tre… e ciliegina sulla torta… all’arrivo alla
tenuta di famiglia Altavita ci sarà Stefan, uomo che l’ha amata e che non l’ha
mai dimenticata e che scoprendo che è incinta di un altro, muore di gelosia e
ostacolerà in tutti i modi il suo destino…
E
intanto se nel primo volume “L’amore si faceva in quattro”, adesso entra in
scena anche Gabriella. Le sue vacanze in Romagna trascorse con le amiche sono
ormai terminate ed è finalmente diventata maggiorenne, e adesso che è venuta a
sapere che il suo grande amore è tornato single, sarà la volta buona per
esporsi e dichiararsi provando a conquistarlo in tutti i modi. Ama un uomo più
adulto di lei, non si tratta di un suo coetaneo. Ora anche lei si sente una
donna a tutti gli effetti per amare alla luce del sole… e indovinate chi è
colui di cui è innamorata pazza? Proprio Christian… ma lui pur essendo un
dongiovanni desidera farsela con ragazze coetanee e non così giovani come
Gabriella.
Altro
personaggio new entry è Leonardo, un ragazzo timido accompagnato
dall’inseparabile migliore amico Gio’. Entrambi alle prese con la scelta delle
facoltà di studio, grandi compagni di vita, ma altrettanto diversi. Leonardo è
introverso e Gio’ invece ha parlantina e charme con le ragazze. Incontreranno
Dori e Gabriella. Dori entrerà nelle grazie di Giò e Gabriella (interessata
invece a Christian) entrerà nel cuore di Leonardo. Successivamente una lezione
di balli caraibici con il maestro Lorenzo li riunirà; l’occasione sarà galeotta
per loro? O Gabriella amerà per sempre Christian?
Personaggi
secondari, anch’essi ben definiti, come Michela, amica di studi di Sofia e
Pietro, l’uomo che lei ha deciso di sposare. E Pietro è anche il fratello di
Gabriella. Insomma l’autore crea sempre un intreccio a catena che funge da
effetto domino per la trama libresca.
Uno
stile dinamico, divertente, dove ripeto una penna maschile ha saputo fare di
meglio di una femminile.
Un
romance che ti fa trascorrere qualche ora in totale relax senza farti pensare
proprio a niente… e questo lo ritengo un miracolo!
Francesca
Ghiribelli
L’AUTORE
Un
po’ di me…
Per chi non mi conosce o
mi conosce poco è d’obbligo presentarmi. Sono Raffaele, ho 40 anni e sono di
Napoli. Sostanzialmente sono e sarò sempre un vigile del fuoco. Ricordo che da
piccolo, ogni qualvolta inseguivo situazioni pericolose, mia madre mi
rimproverava e finiva col chiudermi in casa. Ora, mi pagano per farlo, quindi
le ho chiesto di smetterla. Girare per la città nel buio della notte, aiutare
la gente e i gattini impauriti è il mio lavoro. Mia madre, invece, continua a
fare la maestra, una di quelle che ti mette con la testa nel libro se ti
distogli dallo studio e non ti fa scendere a giocare con gli amici fino a
quando non hai finito l’intero assegno. Quindi, per sopravvivere ho dovuto
studiare, studiare tanto, fino a prendermi una laurea in ingegneria, ottima
come base per una vita solida e concreta, certo, ma troppo pesante per
lasciarti librare in aria e toccare i tuoi sogni. E qui che interviene mio
padre, sociologo e ottimo poeta. Mi ha cresciuto a botte di fumetti, cinema e
racconti fantastici, tanto che ormai sono convinto che la vita non sia altro
che la trama di un fumetto a bivi in cui sei tu a decidere la prossima destinazione.
Ed è la mia ultima scelta che mi porta qui.
Scrivere un romanzo è
quello che uno meno si aspetta da un ingegnere che fa il vigile del fuoco, ma a
volte è dalle cose più imprevedibili che si ottengono le più grandi
soddisfazioni.
Qualche anno fa, ho
cominciato a conoscere questi quattro ragazzi, i loro amici, le loro famiglie e
le loro storie. Sono entrato nelle loro case e loro nella mia. Era bellissimo
avere qualcuno da ascoltare, che ti raccontasse le sue giornate e ti rendesse
partecipe dei suoi pensieri. Li ho ascoltati affascinato, catturato e
incuriosito. Quando parlavo con loro, a volte seguivano i miei consigli, ma
spesso preferivano fare di testa loro. Mi hanno accompagnato fino ad oggi,
gioendo con me e risollevandomi nei momenti difficili. Alla fine sono diventati
parte di me e ora non ne posso più fare a meno.
Mi farebbe piacere
farveli conoscere, raccontarvi le loro storie, le loro paure e le loro
speranze, i loro amori e le loro difficoltà, le loro sconfitte e le loro
vittorie.
Ho deciso di
auto-pubblicare subito i miei libri al costo di una colazione, perché i miei
amici in un cassetto non ce li metto, ma preferisco chiacchierarci al bar.
Spero che leggendo di
loro anche voi ve ne innamoriate.
Raffaele Napolitano
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