Dettagli prodotto
Anno
edizione: 2018
In commercio
dal: 30
ottobre 2018
Pagine: 106 p., Brossura
EAN: 9788899792169
Sinossi
Praga, inizio estate 2006. Aryah ha quasi diciotto anni
e, in seguito al suicidio della madre e quattro anni di degenza in un
ospedale psichiatrico in Inghilterra, torna a casa dal padre con cui ha un
rapporto quasi inesistente. Comincia così la sua evoluzione/involuzione
mentale, caratterizzata da tormentate lettere che invia alla sorella quasi
ogni giovedì in cui le fa una promessa, che mantiene: andare da lei a Londra
per capire come mai non riceve alcuna risposta e per fare chiarezza su questo
rapporto univoco, arrivando a fare i conti con la parte peggiore di sé stessa
e con amare e pesanti verità.
|
LINK ACQUISTO
Booktrailer Youtube
Citazione
…LA LINEA SOTTILE TRA
IMPARARE A VOLARE E LA PAURA DI NON SAPERLO, O NON
POTERLO, FARE...
POTERLO, FARE...
Recensione
Mi sono innamorata della copertina, evocativa, suggestiva,
incuriosisce il lettore, poi quando leggi questo breve romanzo (peccato troppo
breve per i miei gusti), ti incanti a condividerne la storia. Una storia che
divide gli animi, che accarezza il cuore, che balla sotto la pioggia incessante
della vita, ma a volte improvvisamente una rosa può germogliare anche in mezzo
alla neve e tutto può cambiare.
Tutto inizia con il signor Sparks che si trova davanti a un
bivio della sua esistenza, ovvero il rilascio di sua figlia Aryah Madeleine, di
cui lui è tutore legale e unico parente.
L’uomo riceve una lettera dalla dottoressa Eva Richardson. Non vede sua figlia da quattro anni perché rinchiusa in un reparto minorile di degenza psichiatrica e salute mentale. Aryah ha 17 anni ed è la protagonista di questo bel romanzo contemporaneo introspettivo, dove il titolo dice tutto stuzzicando l’attenzione del lettore.
L’uomo riceve una lettera dalla dottoressa Eva Richardson. Non vede sua figlia da quattro anni perché rinchiusa in un reparto minorile di degenza psichiatrica e salute mentale. Aryah ha 17 anni ed è la protagonista di questo bel romanzo contemporaneo introspettivo, dove il titolo dice tutto stuzzicando l’attenzione del lettore.
Aryah è fuori pericolo, adesso è stabile psicologicamente,
anche se deve fare sei mesi di incontri settimanali per cure psichiatriche. Suo
padre è il benefattore del centro di igiene mentale e in cuor suo si sente in
colpa perché non ha dato a sua figlia l’amore che meritava, prima che Veronika
(la donna della sua vita e madre di Aryah), si ammalasse e se ne andasse per
sempre.
Il signor Sparks non doveva insegnare alla figlia che si
scappa dai problemi e si rammarica di questo, si pente di averla lasciata
andare e soprattutto di averla come dire “parcheggiata” in un centro minorile
psichiatrico.
Lo stile narrativo alterna in prima persona i racconti di
padre e figlia. Ed è per questo che diventa familiare e più facile per il
lettore entrare dentro alle corde di una storia che fa vibrare di sofferenza e
gioia il piccolo grande angolo umano di ognuno di noi. Aryah si ritrova a fare le valigie, ma se
prima voleva scappare da quel posto (la sua prigione), ora invece si sente
quasi una persona normale lì dentro.
Becca la sua compagna di stanza, ora che lei se ne andrà, non
vuole più parlarle, ha 16 anni sente le voci che la possiedono convincendola a
fare cose oscene. Arya quindi dentro quel posto ne ha viste e vissute di tutti
i colori, anche se nella sua vita non è mai riuscita ad abituarsi a niente,
perché il destino l'ha sempre sbalzata da un'altra parte. Non ha mai capito perché
si sia ritrovata lì, visto che prima che si ammalasse sua madre, il rapporto con
i genitori era idilliaco. Poi tutto si trasforma e ricorda i bei momenti, in
cui la donna le legava i capelli… un’immagine sfumata dal tempo, ma ancora
nitida nel cuore.
Tutti l'hanno da sempre trattata come una pazza, tutti
l’hanno sempre additata come una ragazza con doppia personalità. Suo padre le
ha sempre giurato amore eterno e poi l’ha abbandonata così senza un motivo.
Ricorda, ancora, poco prima di andarsene, la scena in cui lascia sua madre quasi
morente fra le sue braccia. Aryah in mezzo a tutto questo dolore fra presente,
passato, futuro pensa soltanto a una cosa positiva, quella speranza che da
sempre serba nel cuore. Sentire sua sorella Maddy che vive a Londra. Il suo
sogno, quello che una volta per tutte possa rispondere alle sue numerose
lettere, scritte durante la sua degenza in clinica e anche dopo la sua
“liberazione”, che le ha permesso di avere una seconda possibilità. Ma perché
Maddy non ha mai risposto alle sue lettere? Perché i suoi genitori hanno sempre
avuto un modo di fare misterioso quando lei parlava di sua sorella? Ma
soprattutto Aryah si chiede se lei sia veramente pazza oppure no… dovrà
convivere per sempre con questo atroce dubbio?
Al suo ritorno a casa Aryah ritrova le stesse cose, ma sente un freddo dentro di sé, un freddo glaciale, perché il padre sembra distante con lei, anche se non vedeva l'ora di rivederla. La ragazza riprenderà ad uscire con le sue amiche, incontra Kristian il suo amico psicologo che riesce a farla aprire e anche
a farle tornare interesse per gli uomini, vista la sua timidezza. Un ragazzo molto carino.
Aryah comprende che il suo grande errore sia aver permesso a
terzi di essere motivo della sua felicità. Lei soffre la distanza dalla sorella:
un muro eterno di silenzio. Il padre viene al contempo diviso dalla paura di
rovinare la stabilità mentale della figlia e dalla voglia di esternarle il suo
affetto. Aryah riuscirà ad accettare prima o poi la terribile verità su sé
stessa?
Ora che è stata dimessa non sente più tanto come prima il bisogno di scrivere lettere a Maddy, ma questo la fa contemporaneamente stare male. Purtroppo Aryah soffre ancora di bugia patologica, dissociazione tra sogno e realtà, suicidio, promiscuità, isolamento e depressione. Ed ecco poi che giunge, oltre a tutta la storia, la toccante morale del romanzo… L'amore uccide. Sì, Aryah lo definisce come la luna che ti appare bella, poi domani avrà già cambiato forma e ti strappa il cuore con tale menzognera illusione. Essere troppo sensibili nuoce, la paura dell'abbandono consuma e la colpa secondo Aryah va alla sorella Maddy, perché l’ha condizionata a non riuscire a parlare con altri, se non con lei, ovvero sua sorella.
Ora che è stata dimessa non sente più tanto come prima il bisogno di scrivere lettere a Maddy, ma questo la fa contemporaneamente stare male. Purtroppo Aryah soffre ancora di bugia patologica, dissociazione tra sogno e realtà, suicidio, promiscuità, isolamento e depressione. Ed ecco poi che giunge, oltre a tutta la storia, la toccante morale del romanzo… L'amore uccide. Sì, Aryah lo definisce come la luna che ti appare bella, poi domani avrà già cambiato forma e ti strappa il cuore con tale menzognera illusione. Essere troppo sensibili nuoce, la paura dell'abbandono consuma e la colpa secondo Aryah va alla sorella Maddy, perché l’ha condizionata a non riuscire a parlare con altri, se non con lei, ovvero sua sorella.
Ma Aryah trova il bello in tutto, anche se il resto non
trova niente di bello in lei. Aryah vuole vivere in semplicità e normalità,
invece esse sono utopia. L'amore è utopia: Cheslav, colui che è l'amore della
sua vita, lo ricorderà per sempre, non può dimenticarlo e questo fa male.
Il padre cercherà il ragazzo per riuscire a salvare dalla pazzia ancora una volta sua figlia. Ce la farà a salvarla? Riuscirà a farle capire che potrà rinascere soltanto dopo aver combattuto e ucciso i propri fantasmi? Romanzo che nella sua brevità è introspettivo e psicologico, una scrittura d'impatto nel suo
poetico monologo fra padre e figlia.
Il padre cercherà il ragazzo per riuscire a salvare dalla pazzia ancora una volta sua figlia. Ce la farà a salvarla? Riuscirà a farle capire che potrà rinascere soltanto dopo aver combattuto e ucciso i propri fantasmi? Romanzo che nella sua brevità è introspettivo e psicologico, una scrittura d'impatto nel suo
poetico monologo fra padre e figlia.
Francesca Ghiribelli
Nessun commento:
Posta un commento