lunedì 16 luglio 2018

RECENSIONE LA MIA ANIMA E’ OVUNQUE TU SIA DI ALDO CAZZULLO


Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Anno edizione: 2011
In commercio dal: 04/10/2011
Pagine: 127 p., Rilegato
EAN: 9788804615651


RECENSIONE

Un libro di un giornalista noto, che si è dedicato soprattutto a scrivere saggi e a fare l’inviato ed editorialista per il Corriere della Sera… sinceramente a volte, meglio restare nel nostro settore senza varcare i confini della letteratura. Cazzullo, un autore ben informato sulla storia e molto attento ai dettagli, valida e originale l’idea di creare sul passato della sua città un misterioso risvolto sospeso tra giallo storico e libro romanzato. I capitoli sono brevi, scorrono molto bene, però la trama non resta impressa al lettore. Rimane soltanto l’aria di un delitto che si ripercuote negli anni senza appassionare, poi a fianco il mistero di un tesoro senza troppe spiegazioni e la struggente crudeltà di una guerra raccontata bene, ma l’amore dov’è? Oltre a inserire il sentimento nel romanzo, poi non se ne sente parlare quasi affatto, ma piuttosto lo vedo un sentimento raccontato a grandi linee, immesso quasi per caso nella vicenda. Ciò che rende originale il libro è il continuo flashback fra le date in cui si divide il racconto. Alba, 1945, piena seconda guerra mondiale, piena attività partigiana. Un giovane cresciuto in seminario, Tibaldi e Moresco, il capo dei partigiani rossi, che per il desiderio di potersi accaparrare il tesoro della Quarta Armata tradisce due grandi valori esistenti da sempre: l’amicizia verso l’amico di sempre, Alberto e l’amore per Virginia. Alba, 2011, ecco giungere a distanza di tantissimi anni la notizia della morte di Moresco, divenuto grande industriale del vino. Sylvie, detective affascinante, viene ingaggiata da Tibaldi per scoprire chi ha ucciso l’amico Moresco. Alba, 1963, la trama vuole inserire uno scrittore che vuole pubblicare il libro della sua vita su questa storia per ricostruire la vicenda del tesoro, della guerra partigiana e di un amore perduto. Insomma, Cazzullo si inserisce nella trama sotto le vesti Amilcare Braida (volutamente ispirato a Beppe Fenoglio, grande scrittore contemporaneo). Tutti gli ingredienti ci sarebbero, ma manca l’anima dello scrittore che lascia la penna ancora una volta al saggista e a un giornalista impersonale per un romanzo che invece andrebbe vissuto con anima e cuore.

FRANCESCA GHIRIBELLI

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