mercoledì 30 novembre 2016
RECENSIONE ‘IL SETTIMO MANOSCRITTO’ DI FABRIZIO SANTI
Titolo: Il settimo manoscritto
Autore: Fabrizio Santi
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo eBook: 4,99
Descrizione:
Dalla cassaforte del monastero di San Gregorio al Celio è stato rubato un manoscritto, l’Unicum. Redatto in italiano cinquecentesco, nessuno è mai riuscito a interpretarlo. Eppure non c’è alcun motivo che giustifichi il furto: in giro ne esistono infatti altre copie. Giulio Salviati, scrittore di successo da tempo in crisi d’ispirazione, vive in una piccola mansarda a Trastevere ed è a corto di soldi. Una sera riceve la visita di un personaggio incappucciato, che gli chiede di indagare su quel furto, in cambio di una cospicua somma di denaro: la logica stringente con cui Salviati scrive i suoi thriller – pensa il misterioso committente – lo porterà là dove la polizia non è riuscita ad arrivare. Grazie alle sue indagini Salviati scopre che esiste un libro, conservato alla biblioteca Angelica, che parla proprio dell’Unicum. Ma qualcuno lo sta già leggendo. Chi è? La rocambolesca ricerca sulle tracce del manoscritto lo condurrà dentro a storici palazzi romani, fino a sconosciuti e inquietanti sotterranei… Cosa cela quell’antico codice di così importante? Un segreto per cui qualcuno è disposto a uccidere…
L'autore:
Fabrizio Santi. È nato e vive a Roma. È laureato in Lingue e letterature straniere e insegna inglese in un liceo scientifico romano. Il quadro maledetto, il suo primo romanzo, è stato per settimane in vetta alle classifiche.
RECENSIONE
Una trama affascinante implementata in una Roma dai risvolti gotici e misteriosi, si sente la familiarità dello scrittore nel descrivere la grazia della città in cui è nato e vive da sempre. Il tutto inizia con Salviati, un giallista da tempo senza ispirazione e a corto di risorse economiche. Ed ecco che un’occasione alquanto pericolosa e al contempo allettante arriva a stuzzicare la sua eterna voglia di ricoprire il ruolo di detective anche nella realtà, oltre che nell’immaginazione. Un uomo mascherato una sera si presenta di fronte a casa sua e gli propone di scoprire chi ha rubato un prezioso manoscritto del cinquecento dal monastero San Gregorio al Celio. La polizia sembra essere incapace di risolvere il caso, proprio perché dietro si nasconde forse un mistero antico secoli. Per fortuna al fianco di Salviati giungerà Elena, una bibliotecaria alquanto carina e intelligente. Un mistero che viaggia nel tempo su tasselli preziosi che attraverso gli affascinanti luoghi antichi romani resta in sospeso fino alla fine. L’Unicum, il manoscritto che sembra celare un prezioso e importante segreto, non può essere decodificato da nessuno? Chi può avere interesse a rubarlo? E chi è l’uomo che lo ha incaricato di trovare il ladro? L’autore riesce nel suo intento mischiando all’interno della trama la presenza di sette segrete e alchimia profana. Mi ha affascinato il contenuto dell’Unicum, citato a grandi linee. Il suo enigmatico testo sembra eclissare dietro il valore di un racconto apparentemente fantastico, qualcosa di veramente autentico soprattutto per il campo della medicina generale. Era molto che non leggevo un giallo di simile calibro, ma soprattutto l’autore rende questo genere come nuovo tramite il gioco di un rompicapo che si districherà sulle linee di un puzzle all’apparenza impossibile. Consiglio il libro agli amanti del thriller avventuroso!
FRANCESCA GHIRIBELLI
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