venerdì 30 gennaio 2015
I GIORNI DELLA MERLA
Che birichina la fata dell’inverno:
si divertiva ad attender con sorriso gaio
il freddo e rigido Gennaio;
lì intorno infuriava vento gelido
e candida neve
faceva da veste al suono più lieve,
ma niente fermò quella giovane fringuella
che ogni anno sorbiva
quella bufera
che neanche il tempo leniva.
Com’era faticosa la salita
per poter trovare le provviste
con cui la sua tana era riempita;
un giorno però
pensò bene di fregare il nemico
e dopo aver raccolto abbastanza cibo
la merla si chiuse nel suo nascondiglio
senza veder per un mese
del sole lo scintillo,
ma Gennaio ne aveva ventotto
e proprio quel giorno la dolce merla
uscì coraggiosa e beffarda
di avercela finalmente fatta.
L’inverno però come risposta
al suo perentorio e orgoglioso canto
chiese un clamoroso scambio:
tre giorni di rivincita a Febbraio
che del freddo era sempre più mago
e all’improvviso si scatenò
il peggior inferno
che si può avere dall’inverno.
La merla però trovò riparo
nella quieta conchiglia di un camino
e lì vi restò
per quei tre giorni di freddo repentino,
ma al termine di quel diretto affronto
nacquero sottili raggi di pallido sole
e la merla
uscì dalla sua chetichella
sana e salva ed ancora più snella,
ma le sue candide piume di colomba
si erano annerite di fuliggine
e da quel giorno la sua livrea
assomigliò al dolce sguardo
della notte più nera.
Eh, cara fringuella
questo prezzo pagasti
per dare colore alla leggenda,
ma un fondo di verità
la tua storia ce l’ha,
perché segni l’anticipo
della primavera
se il freddo di quei giorni è bufera
e il suo tenero ritardo
se la temperatura è mite come un raggio.
Quelle tre notti furono
e continuano ad essere memoria,
mentre attendo l’inverno
che porta di nuovo la leggenda
di quei mitici giorni della merla.
FRANCESCA GHIRIBELLI
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