sabato 23 febbraio 2019
RECENSIONE DOPPIO STRADIVARI DI ANTONELLA IULIANO
• Formato: Formato Kindle
• Dimensioni file: 1978 KB
• Lunghezza stampa: 184
• Editore: Genesis Publishing (8 marzo 2018)
• Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
• Lingua: Italiano
• ASIN: B07BBH2Z8
Sinossi
"Lena la guardò con attenzione, fece un respiro profondo, rabbrividì impressionata da quel prologo e infine annuì. Larissa la fissò con i suoi occhi neri come la notte e iniziò il suo racconto."
«Trova il violino nero e portamelo. Lascia che lo veda un’ultima volta.»
Il doppio Stradivari suona e le sue note conducono le fila di una storia lontana, di una melodia prigioniera del silenzio. Quando, però, il vento si leva dal bosco e sferza le fredde pietre della torre dov’è rinchiusa, a Larissa sembra ancora di udire l’eco del suo violino nero.
Lena Reiter è cresciuta nel villaggio ai piedi del castello, alle porte di Vienna, e da bambina ha trascorso infinite ore con il naso rivolto al maniero fantasticando di principi e principesse.
Quando viene assunta come domestica dalla temuta contessa Zsofia Von Grath, riceve un compito inatteso: recarsi ogni notte in cima alla torre, lasciare qualche vivanda e uscire in fretta senza rivolgere parola ad alcuno, pena la propria vita. Grande è il suo stupore quando nella tetra torre, rannicchiata in un angolo, scorge una ragazza della sua età, dai capelli corvini e dagli occhi neri, con un lungo e lacero abito da lutto addosso. Da quanto tempo è lì? E perché?
Notte dopo notte, Lena si attarda rapita dal suono dei ricordi di Larissa. Scopre che il passato e il presente si fondono nella storia di due strumenti unici e preziosi, due Stradivari provenienti dall’Italia, da Cremona: un violino nero e un violoncello bianco. Lena deve ritrovarli ad ogni costo perché soltanto la loro musica potrà salvare Larissa dal suo terribile destino.
L’autrice
Antonella Iuliano nasce in provincia di Avellino nel 1983. Terminati gli studi, inizia a dedicarsi alla scrittura, sua vera vocazione. Il suo primo romanzo, Come petali sulla neve, vede la luce per la prima volta nel 2012, seguito da Charlotte, la storia della piccola Bronte, un romanzo semi-autobiografico ispirato al mondo delle sorelle Brontë. Nel 2015 si classifica al terzo posto nella IV edizione del Premio De Leo - Bronte con il racconto Il profumo della brughiera, inserito nell’antologia Brontëana 2015. Per lei la buona prosa è sempre intrisa di poesia. Legge spesso romance storici e classici della letteratura russa, inglese e francese. Il suo romanzo preferito è Jane Eyre di Charlotte Bronte. Ama scrivere di notte, adora il tè inglese e sogna un lungo soggiorno a San Pietroburgo. Doppio Stradivari è il suo terzo romanzo edito da Genesis Publishing (2018).
CITAZIONE
Larissa abbassò istintivamente una guancia sulla curva del violino, come a volerlo accarezzare e rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene, poi con dita ferme permise all’archetto di sfiorarne le corde. Un lamento prolungato irruppe nella polverosa cella, come il singhiozzo di una belva ferita, ma non appena ritirò la mano e riposizionò l’archetto, una lenta, malinconica melodia, dal tono cadenzato e struggente, pian piano iniziò a salire e le note riempirono la stanza.
Lo Stradivari, ridestatosi tra le sue braccia, emanò il proprio incanto musicale con ritrovato vigore.
RECENSIONE
Un romanzo breve con il suo cuore nero e gotico, ma il gotico si trasforma in una favola sospesa nel tempo. Un tempo che volteggia sulle note eleganti e struggenti di un violino nero come l’ebano e di un violoncello bianco come la spuma delle nuvole.
Due anime musicali che primeggiano in un’orchestra di sogni ambientata fra le ampie gonne di costumi di un tempo. Sapevo che la penna di questa autrice non delude mai. Dopo i suoi due primi romanzi letti, questo suo terzo ci regala una copertina eclettica che un risvolto antico e moderno, dove un violino nero giace sullo sfondo di un’accennata torre misteriosa.
Ma lo Stradivari è doppio perché la storia diventa una favola arcaica dove la vicenda di due sorelle gemelle Kata e Larissa non possono vivere una senza l’altra. Ma il destino le divide inaspettatamente perché il loro padre, conte viennese, torna a maritarsi. Al ritorno infatti da un lungo viaggio è accompagnato da Zsofia, una donna che si sposa con lui solo per denaro e interesse economico. Una donna egoista e vile con la servitù e con il tempo che passa arriva perfino a vietare alle due figlie acquisite di suonare i loro strumenti. Un violino nero Stradivari per Larissa e un violoncello Stradivari bianco per Kata.
Due strumenti a loro molto cari, ma altrettanto cari anche al padre, visto che appartenevano alla moglie defunta, nonché madre delle gemelle.
Ma quando Larissa decide di avvertire il padre che Zsofia trama insieme al fratello alle spalle di suo padre, purtroppo non arriva in tempo. Il padre infatti muore in determinate circostanze in cui Larissa stessa viene accusata della sua morte. Gli anni passano e Kata viene letteralmente “comprata” dalla contessa Zsofia che le fa credere che Larissa sia morta punita per aver ucciso il padre, ma invece la misteriosa trama cela colpi scena. Ed ecco arrivare al castello Lena, una nuova serva che Zsofia prende subito in simpatia e a cui fa portare del cibo ogni notte fino alla torre più solitaria del castello.
Proprio lì si trova la povera Larissa segregata dalla contessa. Ora a prendersi cura di lei c’è Lena, ma prima vi era Gunther, amico fraterno del padre della ragazza. Ma Gunther è sparito nel nulla, sostituito da Lena.
Larissa e Lena stringono subito amicizia, simpatia, affetto, stima e fiducia reciprocamente.
Larissa racconta la sua storia a Lena, che decide di aiutarla, pur volendo mantenersi la sua occupazione al castello per portare soldi alla famiglia e alla madre malata. Improvvisamente compare Gunther, che è ancora vivo e desidera aiutare Larissa a tornare libera.
Forse un modo esiste ed è quello di trovare il violino nero di Larissa e portarlo alla ragazza per poi farla tornare a suonare. Il suono del violino forse riuscirà a far capire a Kata che sua sorella è ancora viva.
Kata, dal canto suo, stringe simpatia con Lena e intanto è promessa sposa al principe di Sassonia, che avrà un ruolo importante per lo svolgersi della vicenda riguardante le due sorelle gemelle.
Insomma Larissa tornerà a rivedere la luce del sole, a suonare il suo amato violino e a riavere la sua agognata libertà dopo tanti lunghi anni?
Io mi sono incantata in questa ambientazione viennese tra strumenti classici e costumi d’epoca. Antonella Iuliano è un’autrice che sa ancora sognare e fa sognare i suoi lettori trasportandoli in un mondo fuori dalle righe e dagli schemi e ci riesce con garbo, cultura, talento, passione e coraggio. Il coraggio di sognare ad occhi aperti in un mondo come il nostro è davvero da imitare e da prendere come esempio. Sicuramente ci regalerà tanti altri capolavori
Francesca Ghiribelli
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Grazie di cuore, Francesca!
RispondiElimina