giovedì 14 aprile 2022

RECENSIONE Il tempo del tiglio: Haiku di Andrea Olivo

 



 


 

TRAMA

 

Il tempo del tiglio raccoglie haiku e poesie in forma di haiku scritti in diverse stagioni dell’anno e della vita, oscillando tra tradizione poetica giapponese e occidentale: è infatti un approccio interculturale quello che muove la mano del poeta-haijin, così al lettore con orecchio avvertito non sfuggiranno le differenze tra i due modi di comporre; ed è a lui che si rivolge l’autore nell’introduzione, accompagnandolo in una passeggiata amichevole sulle due rive del fiume haiku, visto come limes naturale e punto di incontro tra due letterature – giapponese e italiana – diverse per lingua e cultura. Uscendo dai confini linguistico-culturali, lo haiku diventa diade creativa, spazio condiviso, occasione per rallentare e riaccordarsi con l’intorno e con se stessi, attitudine allo stupore, all’osservare e al conservare i piccoli e grandi sussulti della natura e dell’umano vivere.

 

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RECENSIONE

 

Questa raccolta è particolare nel suo incontro tra Occidente e Oriente. Già che è sempre più raro trovare raccolte poetiche in stile haiku, qui addirittura l’autore, specialista della tematica, fa una prefazione prestigiosa e metodica su questa tecnica poetica giapponese dalla diabolica, ma suggestiva brevità. La definisco diabolica, perché lo uso come possibile falso sinonimo di geniale. Una brevità geniale infatti nell’incartare piccolissimi versi che per la loro scioltezza concisa in un vero e proprio attimo riescono a essere esaustivi nel loro significato poetico-esistenziale, ma anche fantasioso sul descrivere in modo aulico, ma al contempo semplice, la natura e ciò che circonda il poeta-haijin.

Negli haiku dell’autore c’è la semplice essenzialità e spontaneità dell’Occidente mista alla parte fedele della costruzione originale giapponese di tre versi fatti di diciassette more (ovvero l’unità di misura delle sillabe giapponese). Tanto di cappello all’autore che nell’estrema difficoltà di dover concentrare spiritualità, emozioni, sofferenza, felicità, ricordi, passato, presente e molto altro in tre brevi versi, alla fine ci riesce benissimo. Già, perché lo stile degli haiku poetici si avvicina tantissimo al metodo dello show don’t tell che viene tanto sottolineato nei corsi di scrittura creativa per insegnare agli aspiranti autori come poter scrivere una trama nei libri di narrativa dall’impatto visivo ed emozionante e sempre meno raccontata e descritta in modo ozioso. Questo è un libro che scivola via, perché ogni pagina sembra la seta di un kimono (restando, appunto, in tema) che regala delicate emozioni tra uomo e natura.

 

sul davanzale

sorridono al freddo

 primule rosse

 

FRANCESCA GHIRIBELLI

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