venerdì 15 maggio 2020

RECENSIONE TRITICUM – CONTRAPPUNTI LEGGERI E CONDIVISE ARMONIE TRA LE SPIGHE DI GRANO E LE ARDITE PASSIONI DI VINICIO SALVATORE DI CRESCENZO



  


  
Citazione

Editore: Pav Edizioni
Collana: Aonia
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 18 aprile 2020
Pagine: 118 p., Brossura
EAN: 9788831307802

 



SINOSSI
In Triticum, l’autore compie un percorso metaforico attraverso la poesia. Un viaggio che lo porta a scandire le tre fasi principali del ciclo stagionale del grano. Dalla semina, tempo di promesse e di speranze affidate alla natura, al tempo della mietitura, atto nel quale i sentimenti umani riscoprono i valori e le passioni. Infine le spigolature, che recuperano quanto la coscienza offre da ogni riflessione. Triticum è dunque un contenitore di immagini e pensieri fissati lungo il tragitto della vita, in un percorso diacronico e simbolico con uno dei più antichi frutti della terra.
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L’AUTORE
Vinicio Salvatore Di Crescenzo nasce a Fondi (LT), antico comune del basso Lazio. Innamorato dell’arte nelle sue varie forme, si dedica molto presto allo studio della musica e della pittura. Ma è nella poesia che individua la massima espressione creativa. La sua professione, svolta in un’importante istituzione dello Stato, lo porta a contatto con realtà e contesti sociali, che contribuiscono a dare corpo a un forte senso di analisi e osservazione. Elementi, che nelle sue poesie emergono spontaneamente. I versi di questo autore incarnano il linguaggio della natura e della famiglia. Evocano tematiche connesse all’esistenza umana e alla ricerca introspettiva, con uno sguardo attento e riflessivo alle origini culturali e sociali della propria terra.
Citazione
…Attendo che finisca il tempo dell'attesa per nutrire ogni mia passione
col tuo biondo sguardo compassato e col pane ancora crudo che mi donerai
prima dell'autunno…

Recensione
Mi sento vicina da sempre al genere della poesia, soprattutto contemporanea, essendo anche io un’autrice. Era molto tempo che non leggevo poesia dei nostri tempi così capace di scavare a fondo le antiche origini della scrittura, rendendola al contempo attuale. L’autore ci spiega con le sue profonde tematiche come si riesca ad accordare l’oggi con l’ancestrale origine di un mondo che fu, dove lo scandire del tempo veniva definito dalle stagioni e dal ciclo della natura. E cosa trovare di meglio se non il paragone del ciclo stagionale del grano…. Suddividerlo nelle sue fasi e compararlo con il profumo e il sapore antico della scrittura, o meglio della poesia? 

Un libricino che ha un cuore grande e un’anima che si posa e si inchina di fronte alle origini del tempo, già perché la poetica dell’autore Di Crescenzo ci commuove, ci emoziona e ci fa riflettere, soprattutto pensando al fatto che, nonostante il mondo vada avanti, si sia evoluto per certi versi e altri no, in fondo parte sempre dalle sue origini. Come un bimbo in fasce, inizia sempre, come d’altronde fa la vita, dal vagito primordiale, in cui si viene al mondo. Perché dobbiamo sempre essere grati alle nostre radici per essere orgogliosi di far parte dell’universo. 

L’opera ha la prefazione della prestigiosa Carla Cucchiarelli, vice direttore Tg3 Lazio. E da lettrice ed estimatrice poetica, mi incanto di fronte ai versi dell’autore, scopro l'introduzione del tempo della semina, quello di cui è fatta la vita, ovvero di un lungo viaggio fra passato, presente e futuro. La mietitura, è il prezioso momento in cui scavare a fondo nell'io del poeta, ma leggendo Di Crescenzo troviamo anche versi sul rapporto con il poeta pontino Libero De Libero, infatti si ritrova davanti alla sua tomba, per poi incontrare i sorrisi e le emozioni scaturite dalla figura del padre, le bellezze capitoline, i monumenti della città dello scrittore, i baci che si fanno largo nei ricordi del mare. “Ma quanto è bella la sensibilità al contempo piega l'animo e il cuore del poeta di fronte alla sofferenza infame della vita nei giorni dell'addio alla madre portata via da un male oscuro e crudele”, ma ci delizieremo anche leggendo i frutti acerbi da cogliere domani. Semina, mietitura, spigolature. Ecco tutte le fasi del grano. 

Poesia che ha voglia di partire con anima e cuore, ma come succede nei classici e nei veri poeti, vuole sempre far ritorno nel suo amato porto, alle sue amate origini. Il titolo di questo libro prende il nome da delle graminacee, che sono una specie di grano o frumento risalente addirittura al Mesolitico. Venivano usate per diete sane e utilizzate come prime coltivazioni: oggi la spiga di grano è ricchezza sociale e patrimonio naturale, che viene comparato al tesoro della scrittura, cibo per l'anima, precisamente la poesia. Deliziosi il sottotitolo e l'immagine di copertina con le spighe piegate dal vento e al contempo accarezzate dal vento, dalle lune compagne, fedeli di un'estate. In Di Crescenzo riaffiora anche la poetica musicale di Ivano Fossati che vibra fra le corde dei versi dell'autore. Io ho vissuto questa lettura come un viaggio sui tasti di un pianoforte accordato dalla melodia del cuore e dell’anima in mezzo ad un campo di grano assolato mitigato dalle carezze fresche del vento. Pura emozione da contemplare in eterno sul cammino della vita.


Francesca Ghiribelli


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