martedì 18 giugno 2013

‘Ottaviano-Il testamento intellettuale di Ottaviano Lapini’ di Federica Bacci

Recensione


Mi ritrovo con piacere a scrivere un commento su questo libro, che per me è stato davvero una lettura piacevole ed educativa.
Dalla sue pagine si può ritrovare un battito di storia antica e profumata di sana e romantica sensibilità, la quale viene ancor più valorizzata forse dal fatto che ci troviamo sempre più spesso fra le mura di una società moderna e sempre più frenetica.
Aprendo alla vita le righe della storia del protagonista, ritroviamo il volto di un gentiluomo, una persona attaccata alle sue radici, che nella vita ha dovuto temporaneamente staccarsi dal suo ‘habitat’, ma che alla fine non ce l’ha mai fatta ad abbandonare per sempre il piccolo paesino toscano, che lo ha reso testimone di un percorso formativo valorizzante ed impervio. Un percorso che è riuscito a creare con la propria forte passione per la storia locale e la sua coraggiosa curiosità per qualsiasi tipo documento o libro che gli arrivasse fra le mani.
La storia di Ottaviano Lapini, si porta dietro grandi generazioni di fattori, di volti e voci compaesani, lodevoli compagni in questa trama dai toni vibranti e quasi poetici. Egli ci porta ad abbandonare il presente per rivivere passo dopo passo ogni istante importante della sua esistenza.
Ci dimostra quando la voglia di conoscere e la forza dell’interesse per qualcosa ci possa aiutare a raggiungere i nostri più desiderati obiettivi, senza avere un gran titolo di studio.
Sì, perché egli è riuscito con il suo impegno intellettuale, la passione della lettura e il suo ‘affannoso’ vizio di appuntare ogni sua sensazione, ricordo o ‘reperto’, a creare un prezioso carillon di momenti indimenticabili incorniciati in ogni saliente capitolo dalle problematiche dell’epoca in cui è vissuto: il minuzioso collage della sua genealogia accuratamente ricostruito, il periodo della scuola, la carriera militare,il grande conflitto mondiale, il dopoguerra, la sua grande vita da sindacalista ed esponente della democrazia ‘‘cristiana’’, ma soprattutto il rapporto sempre influente con la chiesa. Le tante e importanti amicizie ecclesiastiche lo porteranno ad esaudire i suoi sogni più nascosti, ma soprattutto lo aiuteranno a porre per iscritto piano piano la preziosa storia locale che porta alla luce, per chi ancora non lo conoscesse, il piccolo paesino toscano di Usigliano. Ottaviano poi ovviamente non si scorderà certo di nominare, altre zone dei dintorni, come Lari, le Colline Pisane e molti altri preziosi luoghi,che grazie a questo libro è sempre piacevole e importante conoscere.
Non mancano i ricordi di tanti amici e cari compaesani, colleghi di lavoro e compagni di caccia, dove questo uomo di campagna ci farà sorridere e riflettere sulle vere priorità della vita.
Certo, un carillon di emozioni, dove da sottofondo non manca certamente l’amore per la sua famiglia, e dove in mancanza di figli propri, scriverà amorevolmente dell’affetto riversato insieme a sua moglie nei confronti dei nipoti, i quali gli sono stati sempre vicino nel bene e nel male.
L’amore devoto e autentico verso la sua consorte, la Tina, alla quale in maniera affettuosa e coinvolgente dedica frasi e versi da poeta.
Ho trovato immenso piacere nel leggere questo libro, testamento intellettuale di vita, riguardante quest’uomo dalle svariate personalità e dalla superba voglia di vivere ogni piccola grande soddisfazione della sua esistenza. Sono stata molto contenta di riceverlo come dono dalla moglie del protagonista di queste pagine, perché mia nonna materna è una lontana cugina di ‘sangue’ della signora Tina, consorte e compagna di vita di Ottaviano.
Mia nonna Anna ha trovato molto piacevole il fatto di ricostruire attraverso i sogni e la vita di quet’uomo i tanti ricordi,spesso fatti di spartana ma intensa quotidianità, che Usigliano anche a lei ha regalato. I tanti nomi dei compaesani che con un sorriso durante la lettura rimembrava nella mente, per non parlare della dolce emozione di vedere comparire tra le ultime pagine il nome del suo caro babbo, nonché mio amato ‘bisnonno’, Giulio Martelloni che fece da bravissimo pasticcere un decoroso buffet alle nozze dei tanto acclamati Ottaviano e La Tina.
Peccato che un libro per quanto possa essere lungo ed esaustivo, non possa riuscire a nominare per filo e per segno tutti i cari compaesani, che fecero compagnia in un modo o nell’altro alla lunga vita del nostro gentiluomo di campagna, il quale egli stesso fra le pagine dei capitoli si è rammaricato di non poter dare degna nomina ad ogni singola persona.
Ma come ho potuto carpire da questo libro, Ottaviano ha sempre avuto un grande amore per la vita, soprattutto una passione interamente dedita ai libri, che conservava gelosamente nella preziosa libreria della sua Villa. Un vero rifugio dove dar voce ai numerosi e rari documenti di storia locale, che resteranno sempre immortali, anche dopo la sua scomparsa.
Grandi e importanti contatti epistolari che terrà con autorità pubbliche ed ecclesiastiche, che con il tempo gli hanno permesso sempre più di dar voce ai proprio progetti, realizzandoli in fatti concreti.
Un uomo supportato da grandi e piccole personalità importanti, ma che alla fine ha fatto parlare di sé per l’intenso coraggio che la sua passione di archivista gli donava.
Un’anima di poeta, a cui io amante di questo genere, non posso che sentirmi vicina.
Un protagonista che ha dato voce alla luce interiore, che conservava gelosamente dentro di sé, ma che con il tempo ha donato gentilmente agli altri.
Già, altrimenti questo libro non esisterebbe, ovviamente grazie anche all’aiuto dell’autrice e di un affabile e intelligente medico di famiglia, Antonio Cambi, grande amico dei Lapini e orgogliosamente chiamato da Ottaviano ‘Il traditore’, per averlo forse involontariamente trascurato per un temporaneo periodo della sua vita.
Una lettura assolutamente consigliata per chi ama ricostruire dalle piccole storie della gente comune il prezioso ‘mausoleo’ di una importante storia locale.

Francesca Ghiribelli.



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