giovedì 5 aprile 2012

'L'AMORE DEL SIGNORE' DI FRANCESCA GHIRIBELLI

Mi abbandonai
Tra le fronde di quel giardino
E ritrovai una voce, a me vicino,
Dentro il silenzio del mio cuscino.
Sentii vagare
L’ombra di un pianto:
era un uomo dal viso pacifico,
poi fu lì che trovai il mio nido.
La sua veste alitò di vento
 
E fu il suo respiro
A rendere eterno il mio tempo.
Egli cinse le mie mani
Facendone calice del suo domani,
e riposai
addentrandomi nei suoi occhi,
che furono stelle dei miei giorni.
Le sue carezze divennero
manna per le mie guance,
mentre un’essenza di fiori
fu come primavera nei solitari cuori.
All’improvviso scomparve,
Se ne andò come un sogno
Si dilegua alla vista della realtà.
Chi era quella figura divina?
Era fantastico pegno della mia fede
O il segno premonitore
Dell’esistenza di una vita migliore?
Fino a quel momento
Non sapevo chi fosse
Colui che aveva inventato l’amore.
Adesso, so soltanto
Che sulla traccia del suo pianto
Sono nate corolle fiorite
Come per incanto.

Francesca Ghiribelli

domenica 1 aprile 2012

RACCONTO SU LIBERAILLIBRO.COM ''C'E' ANCORA TEMPO PER AMARE''

Era un assonnato autunno,le nuvole giocavano a nascondino con il sole e il leggiadro rumore di foglie cadute danzava nell’aria. Fu allora che lo vidi, in quel momento non riuscii più ad ascoltare la musica del mio Ipad, tanto fu il colpo di fulmine che il mio cuore ricevette in un istante. Era tranquillamente seduto su una coperta distesa sul prato del parco. Quasi ogni giorno facevo la mia solita corsa pomeridiana in quell’angolo di paradiso, ma mai avevo incontrato quel meraviglioso volto d’angelo. I suoi capelli si allungavano fin sotto le orecchie, mossi e baciati dal radioso colore del sole, mentre i suoi occhi erano magneticamente verdi: in quel breve momento sembrarono accorgersi della mia presenza.  Solo di lì a poco, mi resi conto che la magia di quelli sguardi venne interrotta dalla presenza di una donna, che in modo dolce e apprensivo lo aiutò ad alzarsi e ad accomodarsi delicatamente sopra una sedia a rotelle; restai senza fiato, cercando di nascondere l’amara sorpresa,ma mi voltai nuovamente per riconoscere sul suo splendido viso la crudele sconfitta, che doveva celare la sua anima. Un meraviglioso giovane, come quello, avrebbe meritato altro dalla vita, ma a volte la vita non si può cambiare, ed è lei stessa che cambia le persone. Mi reputai una stupida nel rendermi conto, che in tanti anni di solitudine, ero riuscita ad innamorarmi dopo soli cinque minuti, così cambiai direzione e continuai a correre, ma più alzavo il volume della musica, più la mente era ormai divenuta lo specchio dei suoi indimenticabili occhi. Non mi feci più nessuna domanda e decisi di tornare nel punto, in cui l’avevo visto. Con infinito piacere lo ritrovai di fronte a me, con l’aria curiosa, quasi fosse stato il destino a rendere telepatici i nostri cuori.
‘‘Perché mi fissavi in quel modo? Ci conosciamo?’’, mi disse.
‘’No, figurati, assomigli molto ad una persona che conoscevo bene.’’, risposi.
In effetti, adesso, poteva vedere la meraviglia di quegli occhi stupendi, così indagatori e furtivi. Assomigliava in modo impressionante all’unico uomo della sua vita: Giacomo,colui che era stato il suo vero amore. Sembrava che quelle gambe immobili, non appartenessero a quell’anima così desiderosa di vivere.
‘’Immagino però che quella persona avesse un paio di gambe forti e veloci!’’, lui sorrise.
‘’Non era certamente ciò a cui stavo pensando, ma sembra quasi che tu sia rinato in lui.’’,gli dissi.
‘’Sono rinato soltanto per soffrire dopo quel maledetto incidente, forse era meglio che fossi morto quel giorno!’’,disse tristemente.
‘‘Quale incidente? Cosa ti è successo?’’, mi sentii una morsa al cuore per quella coincidenza.
‘’Oh, non so niente di ciò che ero prima! So soltanto, che mi ritrovo su questa odiosa sedia, dopo un incidente con la moto, poi tutto il resto è solamente nebbia e oscurità. E’come se la mia esistenza sia cominciata dal giorno della disgrazia: nessun ricordo d’infanzia, nessun vago sentore nel riconoscere i miei familiari o altri conoscenti. Ho paura perfino di guardarmi allo specchio e di venire a sapere cose su di me, così terribili da non riuscire a continuare a vivere! E se fossi stato una persona crudele, rea di qualche atroce misfatto? Chi ero e chi sono? Oh, scusa mi ritrovo a parlare con un’estranea di me,figuriamoci. Non mi era mai successo prima d’ora, forse è il troppo silenzio interiore che mi ha fatto esplodere.’’,lui concluse sommessamente.
Mi ritrovai annichilita da tutte quelle parallele coincidenze: avevo trascorso giorni terribili nell’apprendere la morte del mio ragazzo, poi c’erano stati quegli anni passati nella sgomenta attesa, che il dolore venisse lenito dalla dolcezza dei soli ricordi, per poter cominciare nuovamente a sorridere, magari al fianco di un’altra persona,la quale però non era ancora arrivata.
Adesso sembrava avessi tutte le risposte alle mie infinite domande e sembrò che quella lunga attesa avesse portato alla scoperta di una verità, che non credevo potesse mai esistere. La scomparsa dell’uomo della mia vita mi era stata fatale, ma avevo dovuto saper accettare la crudele realtà. Ma come avevano potuto mentirmi, dicendomi che era morto? Non aveva potuto neanche salutarlo per l’ultima volta, perché i familiari avevano preferito svolgere il funerale in Germania, la sua lontana terra di origine da parte materna. Sembrava quasi un incubo travestito delle ali dorate di un sogno, che nessuno avrebbe mai immaginato potesse schiudersi in un miracolo. Ecco, perché si era ritrovata quasi magneticamente attratta dal quel ragazzo in pochi istanti. Egli era stato il suo dolce passato e ciò che avrebbe desiderato potesse diventare il suo splendido futuro. Ma come mai, dopo anni di sotterfugi e bugie, aveva fatto ritorno lì a Roma?
‘‘Mi stai ascoltando? Volevo presentarmi, dato che ti ho parlato soltanto di me, finora. Mi chiamo Giacomo, o almeno mi hanno detto sia questo il mio nome, sai è già tre anni che sono uscito dal coma, ma niente di nuovo riaffiora nella mia mente, e posso solo fidarmi di ciò che la mia famiglia mi racconta di me. O meglio, ho soltanto mia madre, visto che mio padre se ne è andato da poco e siamo tornati qui per prendere alcune sue cose e vendere la nostra casa romana.’’, le raccontò spontaneamente.
‘’Sì, scusami, è che mi ha colpito talmente tanto la tua storia, che mi sono commossa per la grande forza che mostri di avere. Sai, anche io ho perso una persona molto cara, anni fa, anche lui amava le moto….’’, non riuscii a concludere.  Ed ecco arrivare sua madre, con l’aria stranita e incredula per la mia improvvisa presenza.
‘’Vieni, caro, andiamocene. Non è salutare per te intrattenerti a lungo in questa città. Ho concluso la vendita della nostra casa, così al più presto potremo partire per Berlino.’’, gli disse in modo acerbo.
‘‘Non capisco, perché non ti piaccia Roma, è così bella e qui ritrovo qualcosa che penso mi appartenga, anche se non ricordo niente di ciò che ero.’’
In quel momento non potetti restare in silenzio, ero stata per troppo tempo lasciata in disparte in quella strana storia.
‘’Certo, perché è qui che hai sempre vissuto, ma proprio loro che dicono di volerti proteggere, ti hanno tolto l’ultimo pezzo di identità che potevi ritrovare. Ti hanno allontanato da questa città e da l’unico e vero amore della tua vita.’’,dissi fra le lacrime.
‘’Che razza di fandonie sta dicendo questa ragazza? Andiamocene, presto. Non ti fa bene, stancarti così.’’,rispose la donna.
‘’Forse, dovrebbe essere stanco di tutte le bugie che in questi anni gli avete raccontato! Approfittarsi della perdita della sua memoria, per nasconderlo in Germania, tutto questo tempo? Per proteggerlo da cosa? Io lo avrei amato in qualsiasi modo, bastava che potesse essere al mio fianco, invece mi avete fatto credere di averlo perso per sempre. Come avete potuto vivere con questo rimorso sulla coscienza nei confronti miei e di vostro figlio?’’,le urlai contro con tutta la forza.
‘’Mamma, quello che sta dicendo questa ragazza, è vero? Ti prego, dimmi la verità, ho bisogno di sapere. E non giustificare tutto dicendo che lo hai fatto per il mio bene, perché sono un invalido, ma non un bambino da proteggere!’’,la intimò.
La donna si ritrovò costretta a parlare.
‘’Ebbene,non l’ho fatto per te, l’ho fatto per me stessa: per darmi la possibilità di dare a mio figlio qualcosa di meglio, che di una semplice ragazza di provincia; hai origini benestanti e sapevo che nel tuo cuore lei era riuscita quasi a cancellare tutto ciò che io e tuo padre avevamo fatto per te. L’amore acceca e non abbiamo potuto fare niente per staccarti da lei. Avreste voluto perfino sposarvi, ma poi è successo quel terribile incidente, ed esso mi ha permesso di staccarti da questa città e da lei.’’,spiegò sua madre senza nessuna vergogna.
‘‘Ah, già, quindi hai usato la mia tragedia per raggiungere i tuoi scopi! Poi, ti sarai vergognata di tornare a vivere qui, dove tutti ci conoscevano, così ti sei tolta il peso di raccontare a tutti il crudele destino di un figlio invalido e smemorato, rilegandomi in Germania.’’
La delusione del ragazzo regnava i suoi occhi.
‘’L’ho fatto per me stessa, ma soprattutto perché volevo il meglio per te. Perdonami, se puoi.’’,lo pregò la madre.
‘’No, non si ama così un figlio. Un figlio non viene ignobilmente usato per raggiungere gli scopi di una madre. Vattene, non voglio più vederti.’’, le gridò contro.
La donna fuggì dalla nostra vista, senza ripensamenti.
‘’Così io ti amavo, e tu eri la donna della mia vita. Ecco,perché mi fissavi in quel modo ed io ti ho aperto in un attimo il mio cuore. Era molto tempo che nessuno mi ascoltava così volentieri, ma purtroppo non ricordo altro, neanche adesso che so la verità. Promettimi, però che mi racconterai ogni cosa di noi e quanto ci siamo amati.’’, mi prese la mano e io ritrovai ciò che credevo di aver perso senza speranza.
‘‘Sì, ti parlerò di noi, di ogni nostro piccolo gesto. Adesso, che ti ho ritrovato, non voglio perderti, forse il destino ci permetterà di recuperare ciò che abbiamo perso in questi anni. Potresti riavere il tuo passato, io il presente che si era bruscamente interrotto e forse un giorno avremo l’amato futuro che hanno cercato di toglierci.’’, dissi fiduciosa.
‘’Spero che riuscirò a provare di nuovo quel sentimento per te. Voglio imparare a conoscermi grazie al tuo amore. Ma mi amerai, ancora, nelle condizioni in cui mi trovo?’’
‘’Non ho mai smesso di amarti e non lo farò ora, perché riuscirò a farti nuovamente camminare nelle vie del mio cuore. Anche se non mi ricambierai, sarò sempre lì ad aspettarti. Ti amo.’’,gli sussurrai.
Lui improvvisamente mi abbracciò e baciò la mia guancia piena di lacrime.
C’era ancora tempo per amare.


Francesca Ghiribelli.